MILANO — Qual è il cibo che dopo pizza e spaghetti incarna di più l’eccellenza italiana nel mondo? Ma il gelato naturalmente.
Sia nella produzione che nell’industria delle macchine il gelato italiano riscuote un enorme successo all’estero. Così è accaduto per l’azienda bergamasca Technogel che – qualche settimana fa – è riuscita ad inaugurare un nuovo impianto per la produzione di gelato in Mongolia.
Cosa sorprendente se si considera che la Mongolia è una nazione con un’altitudine tra le più alte al mondo (con picchi che sfiorano i -40 gradi). Una terra che dovrebbe dunque prediligere cibi caldi.
Miracoli dell’imprenditoria italiana che ama le sfide impossibili e che grazie alla sua costante capacità di innovare riesce a sbaragliare spesso ovunque e chiunque.
Il gelato italiano nel mondo – I dati
Oggi nel Belpaese le gelaterie (compresi bar e pasticcerie che vendono il gelato artigianale) sono 39.000 e occupano circa 150mila persone, il 10% in più rispetto a cinque anni fa. Nel mondo le gelaterie artigianali salgono a 100mila, concentrate in Europa. Nord America, Asia e Oceania hanno grandi potenzialità, visto che i numeri sono ancora ridotti: 1.100 gelaterie aperte negli Stati Uniti, 1.200 in Giappone, circa 200 in Australia.
L’Italia è leader mondiale anche nel settore della produzione delle macchine e attrezzature per gelato e gelaterie. Un sistema industriale che – secondo dati Sigep – conta 15 imprese, 1.500 addetti (6.000 con l’indotto) e controlla quasi il 90% del mercato mondiale.
Infine, l’industria degli ingredienti e dei semilavorati per gelato vede attive in Italia circa 80 imprese con quasi 2.000 addetti. E un fatturato complessivo di oltre 250 milioni di euro. Il gelato artigianale all’italiana dunque spinge sulla promozione internazionale. E, forte della crescita qualitativa e delle competenze di filiera, va anche oltreoceano.
Technogel – Il progetto
È di circa qualche settimana fa l’inaugurazione del primo impianto per la produzione di gelato in Mongolia, sconfinato paese posto tra la Russia e la Cina. Nella capitale Ulan Bator, la bergamasca Technogel ha progettato e realizzato un impianto capace di produrre 3 tonnellate di gelato al giorno. Un investimento di circa 700mila euro di valore. Un primo ingresso in un mercato dalle enormi potenzialità.
In soli 6 mesi l’azienda è riuscita con il supporto assicurativo/finanziario del polo SACE SIMEST ad ottenere la validazione del progetto, concordare con gli investitori locali il piano finanziario, e mettere in atto il progetto stesso. “In tutto questo c’è l’orgoglio di portare in Asia la tecnologia italiana” dichiarano dallo stabilimento.
L’azienda
Technogel da oltre 60 anni produce macchine e impianti per la produzione di gelato. Fondata nel 1951 per la produzione di sistemi di refrigerazione, oggi l’azienda di Grassobbio vanta esportazioni in più di sessanta Paesi sparsi su tutta la superficie terrestre. Un indubbio risultato dalle dimensioni globali, raggiunto grazie alla qualità dei prodotti, all’esperienza e alla tradizione acquisita nell’ultimo mezzo secolo di storia.
“La tradizione nella realizzazione dei prodotti si è col tempo consolidata ed è stata supportata da una costante innovazione tecnologica, che ha permesso di creare una gamma di macchine e di impianti completi disegnati per soddisfare le esigenze di ogni tipo di gusto. Dal gelato artigianale fino a linee completamente automatizzate per installazioni industriali” si legge sul sito.
La prima volta che la Technogel ha messo stabilmente piede fuori casa risale al 1995, quando ha dato corpo alla prima filiale in America Latina (con sede a Buenos Aires). Da lì l’escalation votata all’espansione commerciale non ha conosciuto sosta. Risale infatti al 2001 la nascita della filiale negli Stati Uniti, e solo quattro anni dopo, nel 2005, è sorta dal cemento quella brasiliana.
Si passa a tutt’altra area geografica nel 2008, quando la Technogel è riuscita a ritagliarsi un angolo di terreno dove continuare a proliferare perfino in Medio Oriente. Ad oggi l’impresa bergamasca, anche grazie alla sua estesa rete commerciale, esporta in più di 60 Paesi.
L’azienda ha delle filiali negli Stati Uniti, in Argentina, in Brasile e in Medio Oriente. Oltre a una capillare organizzazione di agenti in Italia e nel mondo. Ne 2017, a conferma del trend di crescita costante in quello che è un settore molto articolato e caratterizzato dalla presenza di player internazionali, ha toccato quota 20 milioni euro di fatturato. Di cui il 90% conseguito all’estero.
Gabriella Rocco