Dopo un quarto di secolo di edizioni ininterrotte il concorso Maestri dell’Espresso Junior, organizzato ogni anno da Illy e Gruppo Cimbali, si ferma. Che cosa è successo? Lo abbiamo chiesto ai due responsabili Illy e Gruppo Cimbali: Moreno Faina e Luigi Morello.
Moreno Faina: “Prendiamo una pausa di riflessione perché l’esito e quindi i risultati di questi primi 24 anni sono stati esaltanti ma negli ultimi tempi si è evidenziato un certo rilassamento, una calo nel contributo e nella presenza degli istituti. È successo che con il passare del tempo si è ridotto il numero degli istituti presenti nonostante un panorama nazionale molto ampio che vede 380 istituti. Così volevamo e vorremmo che la seconda fase di Maestri dell’Espresso Junior possa contare su una rappresentanza molto più ampia e anche propositiva da parte degli istituti”.
Luigi Morello: “Maestri dell’Espresso Junior si ferma perché vogliamo celebrare il 25° anniversario assieme alle scuole. Significa che vogliamo dare voce alle scuole agli istituti, ai presidi, ai docenti e ai ragazzi per prepararci ad affrontare i prossimi 25 anni. L’obiettivo è quello di fare tesoro di tutte le ultime edizioni, consapevoli però che questo format del concorso deve essere rivisto in funzione di come sta cambiando il mondo”.
Anche perché in questi 25 anni la figura del barista è cambiata profondamente.
Moreno Faina: “Nel mondo degli istituti alberghieri che rappresentano l’eccellenza della preparazione del settore dell’Ho.re.ca., non si può non tenere conto dell’evoluzione. Un’evoluzione che è sotto gli occhi di tutti. È per questo che vogliamo supportare il training, la formazione, anche quella dei docenti. Perché sono loro che poi dovrebbero a loro volta orientare e organizzare la formazione degli studenti. La trasmissione del sapere funziona così, altrimenti qualunque sforzo diventa inefficace”.
Luigi Morello: “L’importante è che gli istituti si rendano conto che il barista oggi non è più un cameriere, ma sta diventando un esperto di caffè. Cosa che è già avvenuta all’estero e che deve arrivare anche in Italia. Per questo è fondamentare che le scuole professionali intercettino questa rivoluzione e attirino nuovi studenti, così come è avvenuto nel mondo degli chef e della cucina. Perché lo stesso sta avvenendo nel mondo del caffè”.
Il concorso si ferma per un anno ma voi organizzatori che cosa state preparando?
Luigi Morello: “Stiamo organizzando dei momenti di riunione, quattro riunioni suddivise su base geografica, in base alla disponibilità che gli istituti ci daranno”.
Moreno Faina: “Quello che stiamo facendo è che abbiamo coinvolto tutti i 380 istituti raggiungendoli con una lettera che spiega nel dettaglio che cosa abbiamo intenzione di fare e che cosa chiediamo a loro. Le risposte che da questi istituti ci arriveranno ci consentiranno di mappare geograficamente la posizione delle scuole che hanno dato la loro disponibilità. Su questa base organizzeremo i 4 focus group dove Illy e Gruppo Cimbali si presenteranno con presidi e professori che hanno dato la loro disponibilità. In quelle sedi apriremo la discussione su come modificare e aggiornare il programma nei prossimi anni. I risultati che ricaveremo da questi 4 focus group ci consentiranno di pianificare e organizzare l’attività del 2017 quando festeggeremo il venticinquennale”.
C’è una difficoltà sulla vostra strada perché negli istituti alberghieri italiani la formazione del barista è un po’ una cenerentola, prepara camerieri non baristi. Gli stessi professori di sala e bar si lamentano.
Luigi Morello: “Davanti a questa situazione ci impegneremo innanzitutto a far vedere ai presidi che cosa c’è dietro la nostra proposta, sia in termini di business sia di parte formativa. Poi sensibilizzare gli insegnanti a partecipare a questi momenti formativi. La cosa importante è il collegamento tra mondo del lavoro e della scuola, l’Accademia del Gruppo Cimbali così come l’Università del Caffè Illy hanno tutte le opportunità e tutti gli strumenti da mettere a disposizione di tutti gli istituti”.
Moreno Faina: “Non possiamo intervenire su quelle che sono le regole che la scuola si è data, quindi una riduzione delle ore di pratica di sala e bar. Però possiamo ottimizzare il tempo che c’è a disposizione e questo deve passare attraverso una forte coerenza nella preparazione del corpo insegnanti o docente. Tutti devono essere aggiornati sull’evoluzione del settore in corso e l’intensità con la quale i ragazzi devono essere formati. Sono meno ore ma quelle devono essere sfruttate meglio”.
Il programma?
Luigi Morello: “Adesso vorremmo metterci in ascolto, questa è la prima fase. Ascoltare tutti poi preparare con le scuole e tutti coloro che collaborano al progetto un programma formativo ad hoc. Un progetto per il quale siamo già pronti con università illy e Mumac Academy. Sono argomenti che affrontiamo ogni giorno”.
Moreno Faina: “Abbiamo una grande opportunità. Ci sono due aziende che sono estremamente ben disposte nei confronti del training e della formazione soprattutto nei confronti dei ragazzi giovani che studiano negli Istituti alberghieri italiani. Questa risorsa enorme non deve essere gettata al vento. Non vogliamo imporre nulla, scimmiottare altre gare che sono presenti. Vogliamo soltanto proporre agli istituti un’attività che possa essere anche unica ma che nasca dalla base dalle loro esigenze dalle loro aspettative. Noi cercheremo di riunire e organizzare”.
Il vostro è uno splendido esempio di collaborazione tra industria: due industrie coordinate e scuola pubblica, gli Istituti alberghieri di tutta Italia.
Luigi Morello: “Il mondo della scuola e il mondo del lavoro devono essere sempre più sinergici. Quella che stiamo offrendo è proprio un’opportunità in questo senso e speriamo che venga apprezzata e di conseguenza accolta. Ognuno deve fare la propria parte e noi come “mondo del lavoro” vorremmo dare un’opportunità al “mondo della scuola” di offrire una preparazione a 360 gradi”.
Moreno Faina: “Contiamo anche sulla disponibilità dell’informazione e vorrei che rappresentasse una grossa cassa di risonanza per fare sì che tutti gli istituti capiscano l’opportunità che c’è sul tavolo e la colgano. La trascuratezza o il non considerare questo segnale rappresenterebbe la perdita di una grossa opportunità per tutti”.