ROMA – La lettera di Lino Enrico Stoppani, presidente della Federazione italiana pubblici esercizi, rivolta a tutti coloro che ogni giorno lavorano all’interno del settore e che oggi si ritrovano ad affrontare un momento di profonda crisi. La voce di chi si occupa di tutelare e sostenere la categoria, vuole esser un ulteriore appello a restare uniti nella difficoltà. Stare chiusi è un costo enorme, ma è una misura necessaria. Si ricomincerà coesi e con forza, non appena sarà possibile.
Lino Enrico Stoppani agli operatori
A tutti i Pubblici Esercizi Italiani
Cari amici imprenditori,
alla fine, purtroppo, si è materializzato quello che ritenevamo tra i peggiori scenari possibili: un provvedimento draconiano, di grande severità, che lascia però allo stesso tempo spazio ad incertezze ed iniquità. Gli ultimi provvedimenti del Governo hanno infatti imposto la chiusura delle attività commerciali, bar e ristoranti compresi, ma con eccezioni, alcune delle quali difficilmente comprensibili.
Molti dei nostri Imprenditori avevano anticipato i tempi negli ultimi giorni, chiudendo volontariamente i loro esercizi, iniziativa giustificata dal crollo degli incassi, ma anche –anzi, nella gran parte dei casi, soprattutto- dal timore di non riuscire a tutelare la salute, loro, dei loro dipendenti e dei loro clienti. Molti d’altra parte avevano ritenuto di andare avanti, convinti di avere una responsabilità economica e un ruolo di servizio pubblico non secondario.
Ci attende ora un periodo di inattività la cui incertezza nella durata alimenta aggiuntive preoccupazioni e rende complicata qualsiasi programmazione
L’invito agli imprenditori che Fpe orgogliosamente rappresenta, è di accettare responsabilmente il sacrificio a fronte di un’emergenza sanitaria che le autorità ci dicono essere molto grave, per diffusione esponenziale del contagio e collegato rischio di collasso dei presidi medico-ospedalieri.
Da parte di chi raccoglie e porta la voce di questi imprenditori, ritengo tanto un dovere collaborare, quanto non tacere la preoccupazione. Registriamo che sono stati imposti divieti non generalizzati, escludenti cioè molte attività. Come quelle industriali, artigianali, agricole, oltre che la distribuzione alimentare e il commercio elettronico, in quest’ultimo caso offrendo un ulteriore vantaggio competitivo alle piattaforme digitali. Se emergenza è, le deroghe dovrebbero riflettere con più coerenza questo messaggio.
La campagna condensata nello slogan “Andrà tutto bene”
Che si è cercato di veicolare in tanti modi anche per acquietare gli animi ed evitare comportamenti controproducenti, non aiuta il realismo: dobbiamo oggi più che mai renderci consapevoli degli effetti che questa calamità avrà sul tessuto delle nostre Imprese, già fragile di suo per le tante debolezze che Fipe da sempre sottolinea.
La buona comunicazione non è allarmista o rassicurante, è quella coerente e sostenuta da azioni conseguenti. I provvedimenti sul lavoro, fisco, credito o di sostegno economico, vanno presto trasformati da annunci in concrete azioni di aiuto alle Imprese.
Il rischio non è solo la possibilità di crescita del tasso di mortalità del settore
Ma anche la perdita, ancora più grave, del patrimonio di conoscenze e competenze che valorizzano oggi il sistema dell’accoglienza italiano, di cui i Pubblici Esercizi sono una componente essenziale e prioritaria. Per questo alle Imprese oggi va data la migliore assistenza possibile, aspetto sul quale oggi più che mai entra in gioco la credibilità, l’autorevolezza e la forza del sistema associativo.
Agli imprenditori del nostro settore continuiamo a mettere a disposizione tutto l’aiuto e l’assistenza che possiamo dare, a dimostrazione -prima ancora che di professionalità della nostra Organizzazione- del grande rispetto e affetto verso il nostro mondo, da dimostrare mettendoci tutta la serietà, le energie e le competenze che la gravità della situazione richiede.
In discussione c’è il futuro dell’Italia, delle sue straordinarie Imprese, delle famiglie dei nostri Imprenditori e dei loro dipendenti, ma anche il futuro di Fipe, che si sente chiamata con loro, per loro, insieme a loro ad una prova di equilibrio, coraggio e forza d’animo che non ha precedenti, ma farà la storia del nostro Paese.
Con questo impegno, forza e coraggio.
Lino Enrico Stoppani
Il Presidente