MILANO – Caffè e cappuccino sempre più ’verdi’ da Starbucks. La più celebre catena di caffetterie del mondo, nata a Seattle nel 1971 e presente in oltre 55 paesi (ma non in Italia) con oltre 9.000 punti vendita, ha inaugurato a Tukwila, nello Stato di Washington, il suo primo punto vendita sostenibile.
L’edificio è realizzato con container dimessi, proprio quelli con cui venivano distribuite le merci negli stessi Starbucks. Nella costruzione dell’edificio sono stati utilizzati materiali a basse emissioni e sono state rinnovate anche le insegne, non più luminose ma dipinte direttamente sugli edifici. il nuovo locale rispetta i criteri per la certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), un sistema che fornisce delle misure standard per valutare le costruzioni sostenibili. Oltre al recupero dei container, sono stati impiantati sistemi per la raccolta e il riciclo dell’acqua piovana e per il controllo degli sprechi idrici.
Secondo l’azienda, il punto vendita sostenibile rappresenta solo il primo passo di una strategia più ampia: Starbucks infatti prevede di diminuire del 25% il consumo dell’elettricità entro il 2015 e di arrivare a utilizzare progressivamente solo energie rinnovabili. Il percorso di Starbucks verso la sostenibilità inizia nel 1999, quando offre ai suoi clienti la possibilità di utilizzare i fondi di caffè per concimare il proprio giardino, tramite la campagna ’Grounds for your Garden’. La campagna non era obbligatoria, ma i consumatori potevano richiedere al proprio punto vendita di aderire. Nel 2000 la compagnia ha iniziato ad acquistare caffè del commercio equo. E anche se nel 2006 l’ammontare complessivo di caffè di questa filiera era appena del 6%, visto il suo volume di approvvigionamento, Starbucks è divenuta il primo acquirente di caffè del commercio equo in Nord America.
Nel 2005 è passata a utilizzare materiali riciclati, anche se i coperchi di plastica dei bicchieri di caffè take-away non sono biodegradabili, cosi come i bicchieri di plastica utilizzati per le altre bevande. Ora la compagnia sta lavorando sui materiali e, in alcuni punti vendita, pratica uno sconto a chi arriva con la propria tazza. Nei 7mila punti vendita Starbucks di USA e Canada le lampadine alogene e a incandescenza sono state sostituite con i led. E presto avverrà la stessa cosa in Europa e Asia. Ogni lampadina a led permette di risparmiare circa 30 dollari ogni anno in costi energetici e riduce le emissioni di anidride carbonica.
È stato calcolato che per ogni mille metri quadrati di punti vendita della catena illuminati con i Led, Starbucks risparmierà circa 600 dollari, e ridurrà le emissioni di circa 10 barili di petrolio. Le strategie di risparmio delle emissioni comprendono l’uso moderato dell’aria condizionata, metodi di risparmio dell’acqua (frangigetto ai rubinetti), prodotti in legno proveniente dalle foreste certificate FSC, pitture e vernici con bassa quantità di sostanze volatili. Anche i clienti sono incentivati a contribuire alle iniziative ambientali di Starbucks, con la raccolta differenziata accurata, il riciclo dei fondi di caffè, l’uso di prodotti equi e solidali e senza pesticidi.
Fonte per vedere la fotografia della caffetteria: http://www.lindro.it/Starbucks-un-caffe-per-l-ambiente,6582#.T0QhF4caPQg