MILANO – Un libro bilingue (italiano-inglese) dedicato al BAR nella Bellezza, nell’Arte, nel Ristoro, sotto la direzione e l’ideazione di Eugenio Lo Sardo, con la curatela di Cristina Mosillo e Annalisa Zanuttini, viene proposto dalla De Luca Editori libri d’Arte.
L’occasione è stata fornita dalla mostra allestita presso l’Archivio Centrale dello Stato a Roma EUR. “ Il Bar, luogo di incontro, a poco a poco sì è conquistato un posto con cui nessun altro può competere nel campo della ristorazione. Tutti indistintamente lo possono frequentare, che tu sia mattiniero o nottambulo, avvolto da mille pensieri cupi o con la gioia e l’allegria nel cuore vi si può accedere, sostare, riflettere, accordarti una pausa, attendere o incontrare. Perché se c’è un luogo sulla terra dove è più facile darsi appuntamento questo è senza dubbio un bar”.
Quanto scritto è la presentazione di Eugenio Lo Sardo nel libro-catalogo. La pubblicazione analizza tutti gli aspetti che il Bar riserva al frequentatore. Si inizia da una sezione presentando uno dei più significativi progetti di bar realizzati da alcuni dei maggiori architetti italiani, di cui si conservano i disegni presso l’Archivio centrale dello Stato (fonte preziosa per la storia della nostra architettura).
Vengono presentati i disegni del Bar per l’Esposizione Coloniale di Parigi nel 1931 eseguiti dall’architetto bolognese Guido Fiorini; il bar Camilloni di via Nazionale a Roma ideato da Mario Marchi nel 1938; i disegni di Antonio Valente per il Padiglione Vinoro alla mostra dell’Agricoltura del 1953; i bozzetti del bar di Villa d’Este di Franco Minissi del 1969.
Nella seconda sezione del libro sono presentati i “Marchi” dei prodotti del bar attraverso disegni, progetti, modelli, brevetti che raccontano la storia del design industriale italiano. Tra i designer compaiono grandi firme, come il futurista Fortunato Depero – artista trentino – che lavorò a Roma per la Campari Soda.
Nel 1932 Davide Campari commissionò a Depero la celebre mai tramontata bottiglietta ”flacone” a calice rovesciato del Campari, un capolavoro di tratti unici e distintivi in piena rottura con i linguaggi convenzionali dell’epoca, che regalò all’azienda un primato assoluto d’immagine.
Altri artisti meno famosi hanno reso celebre il prodotto, affidato alla loro creatività per il successo della commercializzazione, come il caffè, le bibite, le acque naturali e frizzanti, i liquori.
Le etichette erano importanti per il richiamo del cliente, bisognava attrarre l’attenzione attraverso l’eleganza del segno, la fantasia, l’ironia che i disegnatori esprimevano con la loro grafica, al servizio della pubblicità.
Nel periodo commentato gli industriali facevano a gara per accaparrarsi i migliori grafici dell’epoca come Carlo Biscaretti di Ruffia (torinese, disegnatore storico e progettista fondatore dell’omonimo museo dell’automobile di Torino), che nel 1907 fondò lo “Studio Tecnico Carlo Biscaretti”, punto di riferimento di molte aziende italiane ed europee per il disegno tecnico e la grafica pubblicitaria. Ricevette importanti incarichi da grandi imprese del settore automobilistico come Itala (di cui diventerà direttore dell’ufficio stampa e pubblicità), FIAT, Lancia, SPA, SCAT, Nazzaro, Ansaldo, Michelin e Solex, ma anche di altri settori per le ditte Aurora, Olio Sasso e Olivetti.
Altri grafici come il romano Filiberto Mateldi, l’illustratore francese Achille Luciano Mauzan, che trasferitosi in Italia collaborò con l’Agenzia Maga, dove vennero creati celebri marchi che resero grande la ristorazione italiana. Uno degli strumenti principali del Bar è la macchina da caffè, nel libro viene presentata un’ampia selezione di queste macchine.
Un passaggio obbligato era ed è la registrazione del brevetto per garantire la proprietà industriale, che serve anche per incrementare la ricerca e lo sviluppo tecnologico a vantaggio dell’intera collettività.
Nomi prestigiosi come Giò Ponti, Enzo Mari e Bruno Munari, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, che fra tante ideazioni in diversi campi hanno legato anche il loro nome alle macchine da caffè. Le pagine dell’interessante pubblicazione dedicano poi attenzione al “ristorante” citando i progetti a firma di architetti già precedentemente menzionati per i bar, vale a dire Gatti, Valente e Marconi, cui si aggiungono Giovan Battista Milani e Luigi Moretti. Tutti i disegni provengono dagli archivi privati di architettura in possesso dell’Archivio centrale dello Stato.
Infine nell’ultima parte del volume è presentata una bellissima serie di fotografie eseguite dal torinese Mauro Vallinotto che nel 2010 per il Salone Terra Madre in collaborazione di Slow Food ha realizzato scatti in mezzo a centinaia di migliaia di contadini che si erano dati appuntamento a Torino per discutere di biodiversità e agricoltura sostenibile.
Consigliabile
Un libro consigliabile a chiunque voglia ripercorrere quel luogo come scrive sempre Eugenio Lo Sardo: “Al ritorno all’alba da mete lontane il bar ti accoglie con un abbraccio tutto italiano”.
Il volume si può richiedere presso l’editore: De Luca Editori d’Arte Via di Novella 22 00199 Roma tel.06 32650712.
Gianfranco Piovano