GENOVA – A volte differenziarsi dalla quantità di locali presenti in Italia è questione di ibridazione tra diverse attività, come possono essere le librerie e le caffetterie. Un esempio celebre è l’Antico Caffè San Marco di Trieste e uno meno noto ma comunque curioso è quello di Librìdo a Genova. Di cui leggiamo dall’articolo di Valentina D’Amora su italiachecambia.org.
Librìdo: caffè e libri nello stesso spazio
Da studentessa, passeggiando per la zona universitaria di Genova, ho avuto l’occasione di scoprire angoli incantevoli della mia città: tra una lezione di svedese e un’altra di tedesco, con gli occhi assetati di novità e la mente spensierata, mi è capitato di imbattermi in una delle piazzette che tuttora è tra le mie preferite del centro storico. Mi riferisco ai Truogoli di Santa Brigida, un antico lavatoio pubblico, tra gli ultimi sopravvissuti, proprio tra Via Balbi e Via Prè.
L’atmosfera che si respira in questa piazza è piacevole e rilassata ed è proprio qui che, poco distante dal Visual Garden di Ilaria, ha aperto Librìdo, uno spazio ibrido, come suggerisce il nome, che combina il nutrimento per il corpo, la caffetteria che propone un menu di prodotti locali, con il ristoro per lo spirito, la libreria, la biblioteca e l’esposizione di opere d’arte di pittori genovesi. Anche lei, proprio come Ilaria, nel 2019 ha partecipato al bando del Comune di Genova che metteva a disposizione i locali di questo sestiere per attività commerciali.
Il suo progetto è piaciuto e a ottobre 2020 l’ha inaugurato
L’accoglienza di Milena è calda, c’è chi entra per un caffè, col pretesto di un saluto veloce, e chi invece vuole curiosare in libreria o nell’area bookcrossing. «Questo è il bello di avere una doppia attività – rivela – ora le librerie sono aperte, così mi sono detta: perché non offrire a chi passa di qui la possibilità di ristorarsi con qualcosa di caldo o con un bel libro? Certo, ora come caffetteria siamo aperti solo da asporto, quindi le consumazioni vanno portate all’esterno, però, nell’attesa dell’ordinazione, chiunque può dare un’occhiata ai libri o rifarsi gli occhi con i quadri esposti di artisti locali». Ed è proprio così che accade e che ho visto accadere durante la mia mattinata a Librìdo.
Dentro Librìdo
«Per me questo deve diventare un luogo di tutti, in grado di custodire un pezzo di vissuto di ciascuno. E sono proprio le persone che lo frequentano che stanno definendo questo spazio: gli autori mi lasciano qui i libri, i pittori espongono le loro opere». E il locale è già “pieno di bellezza”. «Il mio obiettivo è riuscire a ospitare tutte le forme espressive, perché è la curiosità che porta allo spostamento dei corpi e quello che desidero è che quando le persone vengono qui, mosse da curiosità, si sentano a casa». Così, mi racconta che, per esempio, il gruppo dei “FiVe Club” si riunisce proprio qui e con le loro macchine da scrivere costruiscono ogni volta testi sempre diversi, a partire dalle definizioni della settimana enigmistica.
La casa editrice
Librìdo Edizioni è una casa editrice neonata, a cui Milena ha voluto dare vita per liberarsi delle precedenti esperienze in ambito editoriale. L’obiettivo era azzerare tutto e ricominciare. Lei scrive da tempo, negli anni ha collaborato con diverse realtà, anche come traduttrice, ed era davvero stanca di un ambiente in cui è così difficile farsi largo. E tra un caffè e un cappuccino da asporto, mi racconta com’è nata la sua decisione di creare una realtà editoriale tutta sua. I primi due titoli sono “Parco di luna” e “Manifesto della Librìdo”, entrambi suoi.
«Da autrice ho patito molto l’impossibilità di movimento all’interno dei colossi editoriali, quindi vorrei dare davvero spazio agli autori, affinché possano raccontarsi e presentare le proprie pubblicazioni in libertà, anche qui, quando sarà possibile». E questo progetto, così ricco di intrecci è, in qualche modo, una sua forma di riscatto. Così si è costruita una seconda casa, eclettica e a sua misura.
«Dopo vent’anni, al lavoro al bancone del bar ormai mi ci sono affezionata e poi offre una visuale su uno spaccato umano che ti passa davanti senza che tu ti muova». Così, la macchina del caffè diventa un’occasione preziosa di vedere il mondo da un’altra angolazione. Per questo, dopo una formazione teatrale alla Tam Teatro Musica di Padova, con produzioni in Italia e all’estero, e una laurea in Lettere in tasca, è voluta tornare in Liguria, per dar vita a qualcosa di bello nella sua Genova.
E “rilegando” insieme l’amore per la scrittura, la sua passione per il teatro, che porta avanti tuttora con le sue letture e i suoi studi sulla voce, insieme alla ventennale esperienza con cappuccini e spritz, possiamo dire che sì, Milena ci sia riuscita: ha creato un luogo unico nel suo genere, in una città così affamata di spazi di espressione e di libertà.