domenica 22 Dicembre 2024
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L’espresso Faema corre il Giro d’Italia: è un amore ritrovato e rinnovato per i prossimi 3 anni

Maurizio Cimbali, regala qualche suo ricordo: “Per me è un grande piacere. Il nostro Gruppo ha deciso con Faema di tornare al ciclismo dopo 52 anni. Un ritorno a cui tengo molto: sono sempre stato appassionato di ciclismo e di calcio, come la mia generazione. Entrare con il Giro d’Italia è importante: ancora oggi la manifestazione più importante seguita non solo in Italia ma nel mondo. Allora lo sport era nazionale e oggi ritorna ad essere com’era una volta."

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BINASCO (Milano) – Tutto corre su due ruote nella sede del Mumac, Museo della macchina per il caffè targato Gruppo Cimbali: Faema torna in pista dopo oltre 50 anni, sfrecciando in avanti alimentata dalla caffeina dell’espresso e soprattutto dal suo primo amore, il Giro d’Italia. Entrando si fa lo slalom tra modelli dinamicissimi Faema, sia quelli pronti a partire sia gli altri con i motori accesi per preparare una tazzina.

Una Faema President brandizzata per l’evento sportivo che dal 6 al 29 maggio attraverserà l’Italia, (partenza da Budapest in Ungheria, arrivo all’Arena di Verona) prepara espressi di fronte agli ospiti, tutti riuniti per ripercorrere la storia per tappe che ha legato questi due brand storici prettamente italiani.

Con i loro racconti ancora vividissimi, presenti in prima fila i corridori Vittorio Adorni, Marino Vigna, Italo Zilioli e Antonio Bailetti. Che ancora oggi si divertono e vanno in bici.

Le maglie rosa esposte

Sancita per l’anno 2022 e per i prossimi tre anni, la rinnovata partnership tra Faema e il Giro d’Italia: gli ingredienti ci sono tutti per promettere una gara adrenalinica

Barbara Foglia, Mumac manager, apre il dibattito, accanto al “Trionfo senza fine”, trofeo poggiato su un piedistallo avvolto in una spirale metallica, rigorosamente rosa: “Sono emozionata perché oggi in questa sala abbiamo oltre 90 anni di storia con tutti i nomi dei vincitori dalla prima edizione a quella del 2021, di cui quasi 70 accomunano Faema al ciclismo e al Giro d’Italia. Do inizio a questa tavola rotonda dove racconteremo ciò che accomuna il brand Faema a questo altro mondo.

Il Trofeo senza fine

Qui accanto a me c’è un trofeo di cui andiamo orgogliosi, con nomi che hanno in parte contraddistinto la nostra storia. Qui vicino c’è anche il museo del ciclismo di Ghisallo, con cui il Mumac ha stretto una partnership di anni, che ci ha concesso di avere dei modelli di bici storiche da corsa in mostra per oggi.“

Alle spalle del pubblico, la prima maglia rosa vinta da Guerra

Paolo Mei, una storia alle spalle legata al ciclismo, una scintilla scoccata all’età di 14 anni è il presentatore che fa da collante tra gli interlocutori: “Stiamo tornando indietro nella storia dei grandi campioni. Abbiamo potuto respirare gli attimi di gloria che alcuni di loro ci hanno regalato nel corso del tempo”.

 

Enrico Bracesco, Chief Commercial Officer di Gruppo Cimbali
Enrico Bracesco, direttore generale di Gruppo Cimbali

Enrico Bracesco, direttore generale gruppo Cimbali interviene: “Siamo qui oggi numerosi in un momento importantissimo. È uno tra i giorni più emozionanti da quando lavoro in questo Gruppo, testimonianza di un amore senza fine tra il brand storico Faema, uno dei quattro marchi del Gruppo Cimbali (gli altri sono La Cimbali, Casadio, Slayer ed Hemerson; n.d.C.), il Giro d’Italia e il ciclismo. Vedere campioni assoluti qui riuniti nella stessa sala per celebrare la partnership è un turbinio di emozioni uniche. Parliamo appunto di amore senza fine, proprio perché questo è un ritorno a una collaborazione e sponsorizzazione dopo circa 70 anni.

Il binomio Faema-ciclismo e Giro d’Italia risale agli anni ‘50 del secolo scorso. Oggi siamo qui per la sponsorship ufficiale di Faema che si svilupperà nei prossimi tre anni. È un momento questo, carico di storia ed eredità.

Faema sul super modello a due ruote

Negli anni ‘50 Carlo Ernesto Valente, patron della stessa Faema, ha fondato un’associazione sportiva dilettantistica che patrocinava diverse discipline dal ciclismo alla box. Il ciclismo era lo sport più popolare del periodo, catalizzatore di tutte le energie e la GS Faema è diventata presto una società professionistica sotto la direzione sportiva di Learco Guerra.

I suoi corridori più noti: il belga Rik Van Looy, due volte campione del mondo su strada, e il lussemburghese Charly Gaul, vincitore di un Giro d’Italia e di un Tour de France.

Negli anni ‘60 diventa ancora più stretto il binomio Faema-Giro d’Italia, con l’entrata del direttore sportivo Marino Vigna che allenava corridori del calibro di Eddy Merckx, Vittorio Adorni, che hanno scritto le pagine di storie indelebili.

Un altro modello coloratissimo di Faema

È evidente che questo annuncio per noi è carico di numerosi significati. Dopo gli anni ’70, la società Faema non ha più sponsorizzato alcuno sport, quasi a sugellare il primo grande amore che non si scorda mai.

Al di là di questo legame storico: Faema fa parte di un gruppo internazionale come Cimbali dagli anni ‘90 e nell’ultimo periodo queste due realtà hanno intrapreso un percorso insieme di spinta e grande evoluzione verso soluzioni composte da prodotti, servizi, sistemi digitali avanzati.

Per competere in modo sempre più proficuo in un mercato dinamico, esigente, internazionale in cui vogliamo recitare sempre la parte di leadership ed esser un riferimento per il nostro settore tradizionale, i bar, i caffè, i ristoranti, gli hotel e non solo. Perché ormai la gamma Faema è completa anche nel domestico di alto livello, con contenuti di qualità come l’ultima arrivata, Faemina. La nostra tecnologia è ancora oggi citata come assoluto punto di riferimento nel mondo del caffè.

Il tutto secondo un rigoroso principio di sostenibilità: è importante ciò che facciamo ma lo è ancora di più come lo facciamo. Vogliamo seguire un percorso di trasparenza nei processi produttivi e nell’approccio a tutta la filiera del caffè. Una delle più importanti commodity al mondo.

La responsabilità sociale che sentiamo nel fare impresa è molto spiccata e quindi il nostro impegno va sulle soluzioni, i prodotti, le persone e l’ambiente.

Tornando al punto di partenza: la partnership con il Giro d’Italia offre una piattaforma che al di là dei motivi storici ed emotivi, è unica, con una corsa a tappe tra le più belle del mondo nel Paese più bello del mondo, che ci apre e dà accesso a un pubblico internazionale attento. Questo è un passaggio assolutamente rilevante nella nostra strategia aziendale.”

Il Giro d’Italia è il giro di tutti

Il direttore del Giro d’Italia per Rcs Sport, Mauro Vegni: “La corsa è nostra, di tutti. A maggior ragione avere il ritorno di un marchio storico come Faema al Giro d’Italia è un grandissimo piacere per noi. Che prende e trae la sua origine dagli anni ‘50 del secolo scorso. Riportare da noi un brand così, non solo è importante dal punto di vista commerciale, ma anche da quello storico. La Faema in questo caso ha rappresentato tanto nel ciclismo, anche attraverso i campioni oggi presenti qui, ed è rimasta nel cuore degli appassionati. Grazie alle numerose imprese di questi corridori.

Uno dei lavori di ricerca avviato per la sponsorship

Oggi riabbracciare il marchio Faema ha sapore antico

Importante perché il Giro vuole esser protagonista delle sfide del futuro senza dimenticare cosa è stato nel passato. Il Giro è anche una grande vetrina dal punto di vista della comunicazione, per porre l’attenzione di un pubblico più ampio su quelle che sono le eccellenze del nostro paese. Come Faema brand di Gruppo Cimbali. Questo riusciamo a farlo perché il prodotto Giro d’Italia è internazionale, ha un pubblico televisivo di circa 800 milioni di persone ed è trasmesso in quasi duecento Paesi. Ci piace raccontare come il Giro d’Italia sia un po’ la sintesi di quello che è il nostro Paese. Faema ha vinto due Giri d’Italia, uno nel ‘56 e uno nel ‘68. Con una terza conquista grazie all’accoppiata Bianchi-Faema.

Dal punto di vista tecnologico, vedendo qui le vecchie biciclette, si capisce quanto si sia andati avanti per vedere i corridori di oggi da cronometro, a bordo di questi bolidi. Quanta innovazione anche nel ciclismo, non solo nei motori e nelle macchine per il caffè, c’è stata a distanza di 50 anni.“

Le storiche bici Faema

Bianco e rosso, i colori del brand Faema nel mondo del ciclismo: sulle due biciclette all’entrata, ha pedalato il ciclista Eddy Merckx

Marta Kokosar, direttrice comunicazione Gruppo Cimbali: “Oggi presentiamo una parntership triennale, che in questo primo anno si concentrerà sul racconto della parte storica di questo legame tra Faema e Giro d’Italia, attraverso una ricerca molto approfondita. Le immagini che sono in parte esposte nella mostra temporanea di oggi, verranno rilasciate a partire da adesso per tutta la durata del Giro d’Italia e oltre. È un’altra occasione per condividere queste storie. Racconteremo anche ciò che l’azienda è oggi e il suo futuro, verso la sostenibilità, altro tema fondamentale.

Portando avanti un’attività speciale nelle tappe sparzo nel territorio, nei villaggi in partenza e all’arrivo a Verona. Grazie alla collaborazione con Tecnogym, che ci ha messo a disposizione le loro bike, inviteremo i visitatori nel nostro stand a pedalare. L’azienda trasformerà in una donazione i chilometri pedalati. La cifra sarà devoluta al World Bicycle Relief con cui abbiamo già collaborato in passato. Questa associazione si occupa di portare delle biciclette nei territori in via di sviluppo, strumenti che possono consentire ai bambini di raggiungere le scuole, bici-ambulanze e trasporto di merci. Molte di queste zone sono in Africa, dove viene coltivato il caffè. È una restituzione lungo la lunga filiera del chicco.”

Luigi Morello, strategic marketing director Gruppo Cimbali segue: “La relazione tra Faema e il Giro d’Italia è antica. E come tutte le relazioni antiche lasciano un amore che oggi ritroviamo. Una particolarità tra questi due brand è quella di avere la passione del ciclismo e del caffè che uniscono entrambi l’Italia. Noi sul territorio abbiamo una rete commerciale capillare nella quale porteremo la bellezza con i nostri prodotti, del caffè in tutte le tappe. Con il nostro stand rappresenteremo tre categorie e tre prodotti. In primis l’iconica E61,  macchina per eccellenza per il caffè, quella che ha creato il bar moderno. Vogliamo riportarla in tutte le tappe anche in una versione rivisitata per gli appassionati di caffè, preparata per l’home barista. Professionale, ma per chi la volesse utilizzare anche al di fuori del bar.

L’altra nuova arrivata è la President, macchina ad alta tecnologia, che viene nascosta dietro un design tra il vintage e il moderno. Racchiude la storia e il futuro dentro di sé: da un aspetto manuale, ha al suo interno tutta la tecnologia moderna, anche la teletrasmissione dei dati di funzionamento, testimoniando un percorso evolutivo e tecnologico come quello della bicicletta.

Faemina Giro d'Italia
La Faemina brandizzata Giro d’Italia con il Trofeo Senza fine

L’altro modello è la Faemina, che ha aperto un’altra porta al gruppo: quella dell’home. Macchina pensata per portare la bellezza della macchina del caffè in casa, adatta alla colazione e in tutte le sue declinazioni. Con Faemina si lancia l’e-commerce per avvicinarsi al consumatore finale. Porteremo non solo prodotti ma anche la cultura, attraverso una serie di accessori tipici del rito del caffè ad un pubblico più allargato. Oltre a questo, avremo l’app B Faema: un nome pensato dal team, nel senso di “Essere Faema” che non solo interloquisce con la macchina di casa, ma veicola informazioni sensoriali, ricette. Un modo di aprire la cultura del caffè a un consumatore finale che ci permette di girare l’Italia e assicurare il futuro dell’espresso e dello sport con la caffeina.”

Il cavaliere del lavoro Maurizio Cimbali, regala qualche suo ricordo:

“Per me questo annuncio è un grande piacere. Il nostro Gruppo ha deciso con Faema di tornare al ciclismo dopo 52 anni. Un ritorno a cui tengo molto: sono sempre stato appassionato di ciclismo e di calcio, come la mia generazione. Entrare nel mondo dello sport con il Giro d’Italia è importante: ancora oggi la manifestazione più seguita non soltanto in Italia ma nel mondo intero. Allora lo sport era nazionale e oggi ritorna ad essere com’era una volta.

Ricordo il 1956: la televisione c’era già da un paio d’anni in Italia. Allora ho assistito alla terzultima tappa del giro d’Italia del ‘56, quelle del Monte Bondone. Cera un corridore Faema, che ha poi vinto. Alla fine della tappa ne sono rimasti 42 degli 80 che avevano iniziato la prova. Con Charly Gaul che avanzava sotto la pioggia, freddo e neve. È arrivato con meno 4 gradi in cima. Portato a braccia da alcune persone che lo hanno assistito. Con un distacco di ben 12 minuti da un altro corridore eccezionale, Fiorenzo Magni. Che ha chiuso la sua gloriosa carriera a 35 anni, discesista e passista. Arrivato terzo con una clavicola rotta in quella tappa. È lui che poi ha aperto il Museo del Ghisallo.”

Emozioni più che ricordi

Marino Vigna, oro olimpico nell’inseguimento a squadra nel 1960, ha aiutato a ristabilire questa grande sinergia tra Faema e il Giro d’Italia: “E’ emozionante ritrovare qui i miei corridori e persone che ho conosciuto come il presidente Maurizio Cimbali, con cui abbiamo festeggiato i 70 anni di Faema.”

Uno dei nipoti di Guerra: “Io ho due ruote dentro, sono geneticamente modificato. Ho avuto la fortuna di conoscerli tutti da Tano Belloni in avanti. Fa molto piacere il ritorno della Faema. Avevo 11 anni – si commuove – L’ammiraglia della Faema si fermava ed io e mio fratello correvamo a trovare nostro nonno.“

Tazzina Faema, caffè His Majesty: il risultato è assicurato

E a chiusura della conferenza che è stata uno scambio di forti sensazioni e battiti di cuore – complice anche l’espresso preparato con la Feama President e torrefatto di Paolo Scimone, His Majesty Coffee – si ricorda l’appuntamento finale del 29 maggio, quando verrà decretato il nome del campione del Giro d’ Italia, che ricordiamo, è molto più di una corsa: è un messaggio che porta nel mondo le eccellenze italiane, tra le quali, Faema del Gruppo Cimbali.

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