di Silvia Soligon*
Spesso ci si affida al caffè quando si ha bisogno di una sferzata di energia o di combattere contro il sonno. Questa bevanda può
però esercitare anche altri effetti benefici sull’organismo. In particolare, il caffè può aiutare a difendersi dall’invecchiamento e dalle malattie neurodegenerative più frequenti all’aumentare dell’età.
A spiegare i suoi benefici in tal senso è Luciano Atzori, consigliere e segretario dell’Ordine Nazionale dei Biologi, di cui coordina la Commissione permanente di Studio “Igiene, Sicurezza e Qualità”.
Eccoli riassunti per voi.
Il consumo di 2-3 tazzine di caffè al giorno è stato associato a una riduzione significativa del rischio di Parkinson.
La stessa quantità di caffè aiuta a ridurre alcuni dei sintomi di questa malattia.
La caffeina contrasta la distruzione dei neuroni la cui degenerazione è associata al Parkinson.
Secondo alcuni studi anche un basso consumo di caffeina permette di sfruttare questi benefici, ma si può incorrere in una sorta di adattamento; in altre parole, gli effetti positivi tendono a ridursi nel tempo.
L’effetto della caffeina può variare a seconda delle caratteristiche genetiche di chi la assume (in particolare, in base alle varianti presenti della citocromo ossidasi in grado di degradarla).
La caffeina sembrerebbe poter ridurre anche il rischio di Alzheimer agendo positivamente sulla memoria a lungo termine.
Sembra che la caffeina riduca le placche amiloidi tipiche dell’Alzheimer.