MILANO – La storia ci racconta che Giacomo Leopardi fosse golosissimo di gelati. Sedeva presso la sua gelateria preferita, il Caffè Angioli di Via Toledo a Napoli; aggredendo coppe che in confronto a lui, così mingherlino e malaticcio, parevano gigantesche. E fu proprio lì che incontrò per la prima volta il suo biografo, Antonio Ranieri.
Leopardi, un amanto del gelato
Addirittura si dice che, sentendo che stava per giungere la fine, fu un gelato l’ultimo desiderio che il poeta espresse. I medici, pensando che tutto quel freddo gli fosse nocivo, nonostante si trovassero a Napoli alla fine di giugno, gli offrirono una cioccolata calda e …. Leopardi morì.
Che ne possiamo dedurre? Di certo che ognuno di noi ha lati e passioni inaspettati, sorprendenti. Ma rimanendo saldi al tema del cibo, è impossibile evitare di chiedersi se i gelati nell’800 fossero molto diversi da quelli a cui siamo abituati ora.
Un omaggio a Leopardi di Beppe Maggi
Personalmente questa curiosità me la sono tolta anni fa, grazie a un grande uomo della pasticceria e gelateria piemontese che purtroppo ora non c’è più, Beppe Maggi di Benevagienna. In un antico ricettario di Casa Savoia avevo scovato diverse ricette e lui, con una dedizione incomparabile le aveva eseguite alla lettera. È bastato questo per comprendere la passione sfrenata del poeta di Recanati.
Il gelato come quello di una volta
Erano gelati del tutto differenti da quelli a cui noi siamo abituati. Prima di tutto perché andavano consumati freschissimi; dato che la durata del prodotto integro era estremamente breve, solo alcune ore. Niente conservanti.
I colori erano pallidi, con poca differenza tra un gusto e l’altro. Niente coloranti.
I profumi colpivano per la delicatezza e la fragranza. Decisamente più reali. Niente aromi.
Leopardi gustava il vero gelato artigianale
La gamma dei sorbetti era di molto più ridotta rispetto a ora. Solo frutta di stagione.
Soprattutto la consistenza soffice era esclusivamente dovuta all’abilità manuale dell’artigiano– Questi sapeva renderlo più o meno cremoso. L’azoto che li gonfia non esisteva ancora.
Scegliere la genuinità del prodotto
Con tutto ciò non voglio dire che si debba, a tutti i costi, tornare indietro di duecento anni. La tecnologia e l’innovazione, se ben utilizzati, contribuiscono a rendere il gelato più stabile e quindi più salubre e sicuro; ma non lasciatevi ingannare da quelle gelaterie che ogni giorno in vetrina esibiscono decine di gusti diversi, coloratissimi, dall’aria incredibilmente soffice, persino rigonfia.
Soprattutto fate attenzione a un dettaglio. Fondamentale. Scegliete una gelateria che esponga al pubblico gli ingredienti utilizzati.
Mi spiace dovervelo dire, ma se seguirete questo semplice consiglio rischierete di mangiare molti meno gelati di prima. Perché, benché si tratti di una pratica obbligatoria per tutti gli alimenti, in questo particolare tipo di commercio, risulterà rarissima.
Qualcuno direbbe che la domanda sorge spontanea: chissà che cosa significa?
Fonte: targato Cuneo