L’editoriale del numero di dicembre 2006 del NOTIZIARIO TORREFATTORI mensile del Gruppo Triveneto Torrefattori Caffè. La relazione-bilancio di fine anno del Presidente del GTTC conte dottor Giorgio Caballini di Sassoferrato
Egregi colleghi , soci ordinari e soci sostenitori, anche il 2006 si avvia al termine ed è allora venuto il momento di fare un bilancio di queste 365 pagine di vita trascorse, un bilancio naturalmente visto dalla nostra ottica di torrefattori, dal nostro mondo vivacizzato dalla caffeina e dal meraviglioso aroma che si sprigiona prepotentemente dal piccolo chicco di caffè durante la tostatura e continua poi la sue magiche, lente ed aromatiche emissioni nella confezione, sua profumata prigione.
Certamente non potrò, in poche righe, riassumere un anno intero ma mi limiterò ad alcune considerazioni, ad alcuni commenti sia generali che specificatamente attinenti al nostro settore.
Iniziando dall’origine, ossia il mondo dei caffè crudi, posso solo osservare che noi tutti siamo stati attori passivi ed abbiamo subito impotenti la grande volatilità dei prezzi, in particolare del caffè Robusta, che ci ha lasciati tutti esterefatti.
L’aumento della domanda da parte dei giganti asiatici, da parte dell’est Europa ed anche degli stessi paesi produttori, una produzione inferiore alle previsioni e, infine, un problema sorto nella fase di stivaggio nei magazzini di Trieste su un elevato quantitativo di Robusta, hanno fatto intuire alla speculazione, cavalcata con successo dai fondi di investimento, che avrebbe potuto esserci un deficit dell’offerta rispetto alla domanda.
Così abbiamo dovuto assistere ad una fiammata dei prezzi, di fatto non determinata dalla legge della domanda e dell’offerta, ma alimentata dalla speculazione e da una grande prevalenza di operazioni effettuate in borsa (sui “futures”) nonostante un normale movimento dei sacchi di caffè trattati sul mercato reale.
Tale anomala situazione sta lentamente rientrando essendo prossimi i nuovi raccolti nel sud est asiatico, ragion per cui i fondi di investimento lasciano la presa per andare a “mordere” laddove trovano nuova polpa, nuove sorgenti da sfruttare e prosciugare.
Quanto successo è comunque un chiaro segnale di quello che in futuro ci potremo aspettare. Infatti, i grossi movimenti di capitali concentrati nei fondi sono sempre alla ricerca di nuovi guadagni cosicché il caffè è e sarà sempre una delle prede più ambite.
Ritengo quindi, purtroppo senza tema di essere smentito, che il mondo del crudo sarà caratterizzato da una sempre maggiore instabilità dei prezzi all’origine con oscillazioni via via crescenti.
Passando alla successiva fase dei consumi, non posso che constatare che continuano le tendenze degli anni precedenti ovvero: stabilità del settore alimentare, leggero calo nei pubblici esercizi, aumento nel vending ed aumento sostenuto nelle esportazioni.
In tema di prezzi, mi corre altresì l’obbligo di rilevare che nonostante l’aumento del crudo e delle sempre più pressanti spese generali solo una parte dei maggiori costi ha potuto essere coperta dal modesto aumento dei prezzi di vendita.
Inoltre, la scarsa considerazione della qualità da parte di molti esercenti improvvisati, la globalizzazione del mercato, la non sempre positiva influenza della “Rete” (internet) e, infine, la scarsa professionalità che da più parti si manifesta fanno sì che spesso l’arma vincente della qualità venga sacrificata per il miraggio del facile ed immediato guadagno foriero invece, a breve termine, di calo della clientela e conseguente calo dei consumi in generale.
Ricordiamoci cari colleghi che la qualità è la nostra arma vincente e che solamente con un buon prodotto riusciremo ad aumentare i consumi non solo dei nostri clienti ma del caffè in generale.
Quanto successo negli anni passati negli U.S.A. ci può servire da esempio: lì infatti grazie agli specialty coffee stanno oggi risalendo la china.
Ma permettetemi ora di ampliare l’argomento facendo alcune considerazioni generali. Il 2006 è certamente stato un anno in cui è aumentata l’insicurezza di tutti: troppi sono i focolai accesi, troppo poca la ragionevolezza e troppa la povertà di molta parte del mondo con conseguenti migrazioni di milioni di diseredati, troppo il fanatismo religioso di pochi che fa apparire minoranza quella immensa maggioranza religiosa che subisce.
Limitando questa mia riflessione alla nostra bella e meravigliosa Italia, debbo nuovamente lamentarmi di alcune decisioni prese dal nostro governo.
A fronte della positiva e prevista riduzione del cuneo fiscale sono stati presi molti altri provvedimenti che, sinceramente, non vedo come possano essere considerati di aiuto alla nostra economia.
Ne elenco alcuni: la quota terreno nei fabbricati determina minori ammortamenti e, quindi, minore propensione agli investimenti; la deducibilità dell’avviamento dell’azienda elevata da 10 a 18 anni è un altro grosso disincentivo agli investimenti; la mancata detraibilità dei costi relativi all’utilizzo della autovetture a fronte di un parziale recupero dell’IVA appare inammissibile.
Perché dobbiamo sostenere dei costi e non possiamo detrarre le spese? cambiare le regole con effetto retroattivo (01.01.2006) viola palesemente lo Statuto del contribuente; la tassa di soggiorno è assurda per un paese come l’Italia dotata per sue bellezze di una naturale vocazione turistica.
Già prima di questa deprecabile decisione l’Italia, nel settore turismo, è stata superata da Paesi come la Spagna e la Francia che, certamente, non possono competere con tutto quello che il nostro ha da offrire.
La tassa di soggiorno inoltre, incredibilmente, colpisce in via percentuale molto di più i locali a basso prezzo rispetto alle sistemazioni a 5 stelle. (Ho appena appreso che è stata, almeno provvisoriamente, soppressa).
E’ pur vero che una Finanziaria la liquidità da qualche parte la deve recuperare ma, senz’altro, i sistemi dovevano essere più pratici, pragmatici e meno demagogici.
Queste considerazioni sono il frutto di osservazioni fatte nel momento in cui i sopramenzionati provvedimenti erano quelli da me descritti. La situazione però è in continua evoluzione; il governo è prigioniero, ostaggio di sé stesso ed opera in una fase in cui tutto ciò che viene detto e fatto oggi, domani potrà essere inghiottito dalle sabbie mobili della politica e poi di nuovo rigettato, rinnovato, espulso come da un geyser in altre mille variabili forme.
Cari colleghi, ho paura di avervi dipinto un quadro abbastanza fosco ma non dubitate in quanto noi italiani abbiamo molte risorse ed ogni qualvolta ci siamo trovati in difficoltà abbiamo saputo rimboccarci le maniche e rovesciare a nostro favore la situazione.
Lo possiamo fare, ne abbiamo i mezzi, ne abbiamo la capacità, il gusto l’intelligenza e la furbizia. Per queste nostre doti siamo invidiati ed ammirati in tutto il mondo e, allora, perché mai non dovremo riuscire a risalire la china?
Concludendo con questo auspicio, con gli auguri per le prossime Festività e per un proficuo 2007, colgo l’occasione per ringraziare per la Sua preziosa e fattiva collaborazione il segretario del Gruppo sig. Antonio Franciosa, il Consiglio Direttivo e porgo a Voi tutti i miei più cordiali saluti.
Il Presidente Giorgio Caballini di Sassoferrato