L’Unesco ha riconosciuto le tecniche tradizionali cinesi di produzione del tè e le pratiche ad esso correlate come patrimonio cultuale immateriale dell’umanità il 29 novembre. Il tè rappresenta un elemento importante nella vita del popolo cinese e viene preparato come infuso o decotto nelle case, nei luoghi di lavoro e nei luoghi di culto. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale AssoTèInfusi.
Le tecniche tradizionali cinesi per la produzione del tè come patrimonio dell’umanità Unesco
MILANO – Nella sessione del 29 novembre l’Unesco – l’Organizzazione delle nazioni unite per l’educazione, la scienza e la cultura – ha riconosciuto le tecniche tradizionali cinesi di produzione del tè e le pratiche ad esse correlate, quale patrimonio culturale immateriale dell’umanità, incluse la conoscenza, le abilità e le pratiche relative alla gestione delle piantagioni, la raccolta delle foglie, la lavorazione manuale, il consumo, nonché i rituali di preparazione, di servizio e di degustazione della bevanda.
Sulla base delle condizioni naturali e delle usanze locali, i produttori di tè hanno sviluppato sei categorie di tè, che in Cina sono classificate in sei categorie cromatiche; pertanto vi sono i tè verdi, i tè rossi (che sarebbero i nostri tè neri), i tè blu-verdi o wulong, i tè gialli, bianchi e neri o scuri, ossia è tè fermentati.
Se a queste categorie aggiungiamo anche i tè rilavorati, come i tè profumati ai fiori ad esempio, il risultato è di oltre 2.000 tipologie di tè, con una varietà incredibile di colori, aromi, sapori e forme.
Il tè è onnipresente nella vita quotidiana del popolo cinese e viene preparato come infuso o decotto nelle case, nei luoghi di lavoro, nelle case del tè, nei ristoranti e nei luoghi di culto. Il tè non è solo considerata una bevanda salutare e di socializzazione, ma anche bevanda rituale, sempre presente nelle cerimonie come matrimoni e sacrifici.
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