mercoledì 15 Gennaio 2025

Le nuove frontiere del caffè in cucina: ora si beve anche sul brasato

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MILANO – L’uso del caffè in cucina è ormai accettato da tutti. Al contrario sono ancora idee molto discusse e altrettanto discutibili quelle dell’abbinamento tra caffè e cibo. Qui sotto trovate un articolo che dà un interpretazione piuttosto ampia a questione. Ve lo proponiamo.

Il caffè è oggi al centro di un nuovo trend in cucina. Non è più usato solo come ingrediente ma, alla stregua di un bicchiere di vino, può essere abbinato in modo differente in base al tipo di pietanza che si sta mangiando.

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Con un antipasto di mare o terra è infatti perfetto un caffè preparato con un metodo a filtro, come un chemex (dove il caffè passa da una sezione all’altra attraversando filtri di carta), hario V60 (tazza monodose per la preparazione del caffè a filtro), french press (bricco cilindrico con uno stantuffo che preme su acqua calda e polvere di caffè), preparati con un caffè monorigine tostato chiaro dalle spiccate note acidule, agrumate e fruttate, con un corpo piacevolmente morbido ma poco intenso.

A un primo piatto di pesce o vegetariano-tagliere di formaggi va abbinato un espresso preparato con soli caffè arabica, in miscela o monorigine, di tostatura leggermente più chiara, con un gusto leggermente acidulo, dolce e poco amaro, corpo leggero e setoso, note aromatiche floreali, fruttate e di pan tostato.

A tavola con il caffè

Se il primo piatto è di carne o si è scelto un secondo vegetariano è indicato accompagnarli con una tazza di espresso preparata con una miscela di arabica con un profilo gustativo dolce, leggermente acido e amaro, buona corposità e aromi di pane tostato, frutta secca tostata, cioccolato fondente e con sentori lievi di frutta a seme come una prugna secca.

In questo caso, l’alternativa potrebbe essere un caffè preparato in aeropress (metodo che deriva dal french press), anche in monorigine tostato leggermente più scuro.

Passando a un corposo secondo piatto a base di carne-carne alla brace-selvaggina ci vuole una tazza di espresso. Che sia in grado di esprimere grande corposità, un profilo gustativo leggermente sbilanciato sull’amaro. Ma anche con note aromatiche di tostato, cacao, speziato. E infine con una nota piacevole di foglia di tabacco da pipa.

Infine con il dessert va servita una tazza di caffè monorigine. Preparato con l’aeropress o una miscela di caffè arabica preparata in espresso. Che riesca a esprimere un profilo gustativo dolce, buona corposità. E aromi di pasticceria come biscotto, frutta secca, frutta candita, cioccolato al latte, vaniglia e caramello

Alessandra Iannello

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