MILANO – La condizione femminile soprattutto nei Paesi d’origine di caffè e cacao, non sono delle migliori. C’è ancora tanta strada da fare per mettere in condizioni di parità il genere maschile e quello femminile. Per fortuna, per far evolvere questo processo evolutivo, ci sono delle aziende che agiscono direttamente sul territorio per migliorare la vita delle tante donne che lavorano tra i campi. L’esempio che condividiamo dal sito startupitalia.eu, riguarda l’azione di Zaini, che dalla Lombardia ha deciso di esser solidale con la popolazione della Costa d’Avorio attraverso il progetto Le nuove donne del cacao. Una storia di emancipazione che parte e arriva lontano.
Le nuove donne del cacao, l’iniziativa nata dalle donne per le donne
“Nuove donne del cacao” è molto più di una semplice linea di tavolette di cioccolato fondente. Zaini, la celebre marca del cioccolato Emilia e del cioccolatino Boero, dal 2015 ha avviato un progetto in Costa d’Avorio che garantisce lavoro e dignità a un centinaio di coltivatrici di cacao in una fabbrica di sapone.
A dare vita a quello che per molte donne ivoriane era solo un sogno è stato il fortuito incontro tra Antonella e Luigi Zaini, attualmente alla guida dell’azienda di cioccolato, con Solange N’Guessan, imprenditrice ivoriana impegnata in progetti di sviluppo per il suo Paese.
“Mio nonno Luigi e mia nonna Olga sarebbero fieri di questo progetto. Un’iniziativa totalmente in linea con la responsabilità imprenditoriale che l’azienda ha sempre portato avanti sin dagli anni ’40. Quando mia nonna prese la guida dell’azienda in seguito alla morte del marito nel 1938 e assunse tante donne in azienda”, afferma Antonella Zaini.
Zaini: l’azienda di cioccolato delle donne
L’impresa nacque nel 1913, per mano di Luigi Zaini, in Via De Cristoforis, a Milano, dove oggi sorge la cioccolateria creata in occasione del centenario d’attività.
Negli anni ‘30 la fabbrica, per esigenze di spazi, si trasferì in Via Imbonati, dove tutt’ora si trovano gli uffici e una piccola parte della produzione di caramelle e praline, mentre gran parte del lavoro si tiene nella fabbrica di Senago, alle porte del capoluogo lombardo.
Nel 1938, in seguito alla morte del fondatore, la moglie Olga prese la guida dell’azienda e si circondò di lavoratrici. Un caso davvero raro in quel tempo che ancora oggi, in Zaini, è realtà, con il 65% del personale composto da donne che ricoprono anche alti incarichi ai vertici aziendali.Nel ’43 la Zaini venne distrutta dai bombardamenti ma Olga fu capace di ricostruirla in tempi record, rilanciando non solo il marchio e la produzione ma permettendo a tante famiglie di potersi mantenere.
L’azienda dolciaria oggi distribuisce i suoi prodotti in 80 Paesi al mondo. Tra i più noti ci sono i blocchi di cioccolato EMILIA, e il cioccolatino Boero.
La linea ” nuove donne del cacao ”
Tra le ultime novità, ci sono le tavolette al cioccolato fondente al 70%, 80%, 90% e 100% che sulla confezione ritraggono i visi di donne coltivatrici di cacao immortalate dal fotoreporter Francesco Zizola.
“La linea Nuove donne del cacao – dichiara il direttore marketing, Fabrizio Azimonti – ha diverse valenze strategiche: sul piano del prodotto esprime l’expertise Zaini sul cioccolato fondente, che decliniamo per la prima volta in quattro gradi di intensità. Lato social responsibility è l’occasione per dare un segno dell’impegno di Zaini verso chi coltiva il nostro cacao, sia con il sostegno alle attività di Cocoa Horizons – fondazione che si occupa di migliorare le condizioni di lavoro e sviluppo dei coltivatori – sia attraverso la realizzazione di un nostro specifico progetto, che assicura a una cooperativa di donne coltivatrici una prima autonomia economica e sociale. Infine, sul piano della comunicazione, l’intento è quello di catturare l’attenzione del consumatore con ritratti d’autore in pack”.
Zaini ha recentemente aperto il suo nuovo negozio in viale Piave, a Milano, dove è possibile trovare non solo i prodotti Zaini ma anche fermarsi per la colazione o in orario di aperitivo, durante il quale si possono gustare cocktail creati da un noto mixologist con spirits selezionati e preparazioni gourmet.
Il progetto in Costa d’Avorio
A Medoh, un villaggio a 300 km circa da Abidjan, la città più importante della Costa d’Avorio, l’aspettativa di vita è circa di 60 anni. La povertà riguarda il 59% della popolazione e l’analfabetismo il 47% degli uomini e il 68% delle donne. L’elettricità è assente e le scuole distano chilometri dai villaggi. Qui i coltivatori di cacao sono centinaia perché la Repubblica Ivoriana detiene il 40% della produzione mondiale di cacao, che rappresenta l’8% dello stesso PIL della Costa d’Avorio.Le donne lavorano 14 ore al giorno, dall’alba alla notte, sia nelle piantagioni di cacao che nelle proprie abitazioni.
“Eravamo una famiglia di contadini e le donne, da noi, non contavano niente nonostante lavorassero tutto il giorno oltre che nelle piantagioni anche a casa – afferma Solange N’Guessan – Mia madre ha lavorato il doppio per permettermi di studiare. Mi sono laureata in Management Agricolo grazie agli studi finanziati dalla Fondazione Rockefeller. Per me è stato naturale restare a lavorare in Costa d’Avorio. Per provare a cambiare le cose dal basso, con progetti concreti. Quando è partito il progetto con Zaini, gli uomini erano preoccupati, soprattutto perché venivano sottratte donne al lavoro nelle piantagioni e il loro carico di lavoro aumentava inevitabilmente.
Ma dopo tanto tempo, li percepivo positivi, taluni anche fieri, altri desiderosi di partecipare al progetto mettendo anche a disposizione le biciclette per consegnare il sapone nei villaggi limitrofi”.La nuova fabbrica di sapone non ha ridato soltanto dignità e retribuzione alle ivoriane, ma ha letteralmente cambiato la mentalità di questo Paese. Garantendo un guadagno alle donne, ha dato modo a queste, a loro volta, di offrire micro credito per altri progetti, scatenando un virtuoso effetto boomerang.
Tra gli obiettivi del progetto Le nuove donne del cacao c’è anche quello di limitare la fuga dei giovani verso la città
Dove, se non possono studiare, sono costretti a vivere in condizioni di miseria e abbandono, oltre a garantire una maggiore igiene personale, ancora molto scarsa in questa zona.
Sulle divise delle lavoratrici, simili a quelle portate negli anni ‘40 nella sede Zaini di via Imbonati, è ricamato il nome “Olga Z”, in onore alla signora Zaini. “Confido che la produzione di sapone possa coprire del 20% il mercato della Costa d’Avorio nei prossimi 5 anni”, afferma l’imprenditrice N’Guessan.“Il progetto vede al centro il riscatto e l’imprenditoria femminile. Valori che si sposano a pieno con la nostra responsabilità di impresa”, conclude Antonella Zaini.