MILANO – Oggi è quasi impossibile passeggiare in una strada di Tapei, capitale di Taiwan, senza imbattersi in una caffetteria: pensiamo che nella sola città, ci sono ben 869 locali che servono soprattutto caffè. Più del 40% della popolazione beve almeno una tazza di caffè al giorno, che sia allungato con il latte o meno: questo secondo una ricerca recente di Food Next Magazine.
Taipei ospiterà il prossimo weekend, il World Coffee Roasting Championship, durante il Taiwan International Coffee Show.
Va da sè che la passione per questa bevanda scorra veloce tra le vene di Taiwan. Un amore che trova forma anche nella quantità di caffetterie sparse un po’ ovunque, alcune delle quali hanno una storia succosa alle spalle.
Taiwan: Dark Arts
I caffè hanno iniziato a comparire a Taiwan più o meno un secolo fa, sotto l’influenza delle nuove tendenze in arrivo dal Giappone. Il più antico da menzionare è il Cafe Lion, che ha aperto le sue porte vicino al Taipei New Park nel 1911.
Prima della seconda guerra mondiale, l’odierna Hengyang Road, era un contenitore di caffè di gestori giapponesi. Questi locali, hanno sempre più conquistato l’oltreoceano aprendo i loro stabilimenti anche più a est, in Dihua Street.
Il tratto distintivo di un caffè dell’epoca
A quei tempi, una caffetteria era intesa come un posto caratterizzato da uno stile più occidentale, anche per quanto riguarda l’offerta delle bevande, del cibo e dei servizi. Questo attirava una precisa clientela composta da gruppi di imprenditori che frequentavano spesso questi spazi. Uno dei più antichi, ha aperto nel 1934 a Taipei, il Bolero, e ancora oggi è in attività però come steakhouse.
I giapponesi hanno disegnato il look dei caffè a Taiwan
Infatti si tratta di locali con una precisa estetica, con degli interni adornati con piante che ricreino un’atmosfera esotica e replicassero il clima sub tropicale. Un esempio famoso è lo Yongle Cafe, celebre proprio per le sue felci in mostra dentro il locale.
Con il passare del tempo, le caffetterie sono poi diventate simbolo dell’occidentalizzazione e della modernità. In questo senso è utile il giornale pubblicato dallo storico Evena Dawley, Becoming Taiwanese: Ethnogenesis in a Colonial City, 1880s — 1950s. Attraverso il quale ha preso il via un contest per scegliere il cameriere più popolare della città.
Un concorso che ha coinvolto 107 donne di 24 caffè. Il vincitore, Emiko, ha ricevuto più di 18.000 voti ed è comparsa nelle foto come rappresentante della “ragazza moderna”, un termine usato dai giapponesi per descrivere le donne più occidentalizzate”.
Per tanti anni, il personale nelle caffetterie è stato esclusivamente di genere femminile, ricordando un po’ l’immagine di una hostess o di una geisha che serviva bevande a una clientela prettamente maschile.
L’incentivo per svolgere questa mansione? Lo stipendio fisso. Così il ruolo di cameriera è diventato ambito per molte ragazze che dalla periferia, volevano trasferirsi nella città ed esser indipendenti.
Dal 1950 al 1970, le caffetteria a Taiwan si modificano
Evolvendosi in luoghi in cui avvenivano delle lotte tra bande criminali e gestori gelosi, che spesso maltrattavano le giovani donne impiegate nei loro locali.
Più innocentemente, i caffè a Taiwan, sono spazi dove i giovani potevano andare oltre i litimi imposti tra le mura domestiche e così esplorare nuove possibilità più romantiche.