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Lavazza: sostenibilità per stare meglio tutti

 Valori d'impresa, valore d'impresa

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Demus Lab - Analisi, R&S, consulenza e formazione sul caffè

“In un mondo che distrugge i beni della natura io non ci sto”.

Era il 1935 quando Luigi Lavazza, durante un viaggio in Sudamerica, espresse il suo disappunto nel vedere distruggere interi raccolti di caffè non venduto, un’esperienza che lo segnò profondamente e che determinò la sua visione di fare impresa.
Fin da allora Lavazza ha sempre avuto una grande attenzione al patrimonio economico, umano, ambientale e culturale dei Paesi in cui opera: attenzione che negli anni si è trasformata in azioni concrete a favore dei Paesi produttori e in un sostegno forte a organizzazioni attive nel sociale.

“Da sempre” quindi – e questa espressione è quanto mai priva di retorica in questo contesto – Lavazza è un’azienda responsabile, che propone un approccio strategico alla responsabilità sociale d’impresa.

In concreto, questo significa integrare le attività di Corporate Social Responsibility in maniera strategica e trasversale in ogni passaggio della filiera, andando oltre i confini delle attività aziendali.

Questo approccio a 360 gradi significa per l’azienda puntare decisamente a un modello di “life cycle thinking” dove la sostenibilità è parte integrante del business. A conferma della piena concretezza di questa visione, l’impegno economico in sostenibilità è passato nel triennio 2012-2014 da 2,7 a 5,8 milioni di euro.

Proprio in una visione di integrazione, di sistematizzazione a lungo termine e di misurabilità dei risultati, Lavazza ha creato all’inizio del 2011 una funzione dedicata con lo scopo di definire, implementare e coordinare tutte le azioni di Corporate Social Responsibility (CSR) del Gruppo lungo 4 direttrici principali: sostenibilità di prodotto, sostenibilità dei processi di produzione e valorizzazione delle relazioni con gli stakeholder esterni e interni.

Quest’ultimo aspetto viene considerato particolarmente impattante in una visione che persegue l’eccellenza: non è casuale che la percentuale di dipendenti con contratto a tempo indeterminato sia oggi del 98% e che le ore di formazione siano cresciute negli ultimi anni, passando da 17.812 nel 2012 a 22.892 nel 2014.

Per dare un forte segnale di concretezza a questo percorso, nell’anno del suo 120° anniversario e dell’Esposizione Universale dedicata alla nutrizione e alla sostenibilità, Lavazza presenta il suo primo Bilancio di Sostenibilità, un processo rendicontato annualmente, partito grazie alla decisiva volontà della proprietà.

Il documento è predisposto secondo le linee guida del “Global Reporting Initiative” (GRI) nella versione GRI-G4 e validato dal Global Reporting Initiative come dimostra l’icona riportata all’interno del GRI Content Index.

Un passo decisivo per un viaggio improntato all’innovazione e al miglioramento continuo che non può prescindere dall’apertura e dal confronto con gli altri attori sul mercato. Questo “modus operandi” è testimoniato dal numero di brevetti, uno degli indicatori fondamentali utilizzati per valutare il grado di “innovatività” di un’azienda.

Il portafoglio di Lavazza annovera 332 titoli di tutela della proprietà intellettuale (261 brevetti per invenzione, 68 disegni e modelli, 3 modelli di utilità) concessi a livello nazionale e internazionale e da 295 in fase di esame, di cui 15 nuove domande depositate nel solo 2014.

Risulta altresì fondamentale la relazione a due vie con i consumatori e i fornitori. Nel primo caso, particolarmente significativi sono gli oltre 270.000 contatti registrati dal Customer Service nel solo 2014, che testimoniano l’attenzione che Lavazza pone nei confronti dei bisogni dei consumatori.

Nel secondo caso, Lavazza, spinta dalla convinzione che una relazione di fiducia reciproca si costruisca condividendo valori e impegno a rispettare le persone e l’ambiente, integra gli aspetti di Corporate Social Responsibility anche nelle relazioni con i propri fornitori.

Attraverso il Codice Etico e il Codice di Condotta fornitori, l’Azienda trasmette e condivide infatti i propri valori lungo tutta la catena di fornitura. Questo si traduce concretamente anche nell’inclusione di aspetti di sostenibilità nella fase di qualificazione dei fornitori.

LA MINIMIZZAZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE

Per garantire gli elevati standard qualitativi e di sostenibilità dei propri prodotti, Lavazza ha intrapreso da alcuni anni un percorso per la valutazione delle prestazioni ambientali di alcuni prodotti chiave, con un approccio di Life Cicle Assesment “cradle to grave”, in accordo con le norme di riferimento ISO 14040/14044/14064/14067.

Questo permetterà di quantificare gli impatti lungo tutta la catena del valore e di sviluppare nuove soluzioni, in grado di integrare qualità e garanzia del prodotto, innovazione ed ecocompatibilità.

In quest’ottica Lavazza promuove una visione che integra la Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR), il Sistema di Gestione Ambientale (SGA) e la Life Cycle Assessment (LCA) con l’obiettivo di accostarsi alla sostenibilità ambientale in una prospettiva sistemica.

I numeri lungo la filiera sono decisamente positivi:

• l’indice di emissione per tonnellata di caffè processato (emissioni dirette) nel 2014 ha avuto un calo del 17% rispetto al 2012;

• il 100% di energia elettrica approvvigionata per l’operatività degli stabilimenti produttivi italiani deriva da fonte rinnovabile;

• i consumi elettrici specifici, ovvero per unità di caffè confezionato, nel triennio 2012-2014 sono scesi dell’8%;

• i consumi termici nel triennio di riferimento sono calati sia in termini assoluti (circa il 6%) sia per unità di caffè confezionato (circa il 17%).

Complessivamente, gli investimenti per una maggiore efficienza dei processi produttivi hanno generato nel 2014 un risparmio economico del 3,9% rispetto al totale dei costi industriali di produzione del 2013.

Tale risparmio verrà reinvestito in ottica di miglioramento continuo dei processi produttivi, generando una progressiva minimizzazione dell’impatto ambientale.

Ragionando in termini di “Value Relevance”, infatti, si considera la sostenibilità come “filo rosso” lungo tutta la filiera, dalla materia prima al prodotto finito con vantaggi in termini di creazione di valore sul medio e lungo periodo.

Sempre in un’ottica di minimizzazione dell’impatto ambientale, Lavazza sta lavorando per rendere ancora più efficiente il sistema capsula, il cui mercato è quello a maggiore crescita nel settore.

L’Azienda si sta muovendo lungo due direzioni fondamentali: l’ottimizzazione delle attuali soluzioni, in termini di minimizzazione dei pesi e di razionalizzazione dei processi, e la riduzione interna degli scarti di lavorazione.

Un ambito particolarmente presidiato è quello degli imballi. Lavazza promuove e favorisce infatti un approccio di eco design del packaging, al fine di integrare le funzioni primarie dello stesso, di protezione e di sicurezza del prodotto, con il contenimento degli impatti ambientali ad esso correlati.

L’eco-progettazione del packaging, nel rispetto della qualità del prodotto, delle esigenze tecniche e tecnologiche e di marketing, si muove lungo i seguenti assi principali:

• riduzione del packaging e rimozione delle componenti non essenziali;

• riduzione in peso o volume dei materiali utilizzati a parità di shelf life del prodotto;

• semplificazione delle strutture al fine di incrementare l’utilizzo di materiale riciclato, diminuendo, di conseguenza, l’utilizzo di materia prima vergine;

• sperimentazione e implementazione di nuovi materiali in ottica di valorizzazione del fine vita del packaging e introduzione di imballi destinabili alla raccolta differenziata.

Gli interventi più significativi, nell’ottica dell’ecoprogettazione degli imballi, sono volti alla riduzione dei materiali plastici, dei cartonati e degli strati di alluminio nei poliaccoppiati non primari.

Alcuni esempi:

• risparmio di circa 11% del materiale impiegato per la produzione di capsule a fronte dell’ottimizzazione del processo di termoformatura;

• riduzione di carta e pedane in legno equivalenti a 41 tonnellate di carta e 467 pedane a fronte dell’eliminazione di componenti non essenziali del packaging dei prodotti Roast&Ground;

• raggiungimento della soglia del 90% di materiale riciclato nei cartonati.

Tra i risultati più significativi degli interventi effettuati da Lavazza, nel triennio di rendicontazione, sotto il profilo dell’eco-progettazione degli imballi, si segnala il raggiungimento della soglia del 90% di materiale riciclato negli imballaggi di cartone.

Lavazza, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sta mappando e certificando gli impatti ambientali dei propri prodotti principali.

L’Azienda, inoltre, collabora con il suddetto Ministero e con la Commissione Europea per la definizione di standard relativi al settore merceologico del caffè, finalizzati alla quantificazione degli impatti ambientali secondo metodologie e processi condivisi.

L’IMPEGNO DELLA FONDAZIONE LAVAZZA

Nel 2004 viene istituita ufficialmente la Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza, dedicata alla seconda generazione della famiglia, con l’obiettivo di raccogliere sotto di sé e sviluppare tutte le attività nell’ambito della Responsabilità Sociale d’Impresa.

La Fondazione Lavazza ha come scopo la realizzazione di progetti internazionali di sostenibilità nei paesi produttori di caffè e, parallelamente, si impegna a supporto dell’infanzia e in attività a favore dei diritti dei bambini.

Nel triennio 2012-2014, le erogazioni alla Fondazione sono aumentate in modo esponenziale (+166%), passando da 750.000 a circa 2 milioni di euro, finanziando 34 progetti che hanno interessato 11 paesi in 3 continenti, coinvolgendo oltre 65.000 coltivatori.

La Fondazione è attiva nell’avviare nei paesi produttori di caffè progetti di sviluppo duraturo, mirati all’aumento della produttività agricola e alla diffusione di buone pratiche, allo studio di strumenti per aiutare i produttori a minimizzare e fronteggiare il cambiamento climatico e alla promozione dell’imprenditorialità, a prescindere dal fatto che i produttori facciano o meno parte della propria filiera di fornitura.

A queste direttrici si affiancano altri elementi quali gender equality, food security, riforestazione, minimizzazione degli impatti ambientali derivanti dalla produzione di caffè e tutela della biodiversità.

Tra le partnership più rilevanti: Save The Children: la Fondazione Lavazza ha sostenuto le attività di Save the Children in Burkina Faso e Mali, dal 2003 progetti in Centro America (El Salvador, Guatemala, Honduras Nicaragua) e dal 2008 in Costa D’Avorio con la campagna “Rewrite the Future”.

Dal 2011 al 2013 la Fondazione ha contribuito al progetto Everyone in India nelle aree del West Bengal per combattere la mortalità e la malnutrizione infantili.

Nel 2014 la Fondazione ha contribuito a due nuovi progetti in India, il primo ancora a favore della primissima infanzia e il secondo di supporto, attraverso attività di sostegno e formazione, ai giovani degli slums di Calcutta. Coffee & Climate: la Fondazione Lavazza partecipa a tavoli precompetitivi internazionali per far leva sui propri sforzi e affrontare le sfide che l’attendono.

Con questo obiettivo, insieme ad alcuni membri del International Coffee Partners, al Commonwealth Agricultural Bureaux International (CABI) e all’agenzia tedesca 
per lo sviluppo sostenibile (GTZ), la Fondazione Lavazza sostiene dal 2010 il progetto Coffee & Climate.

L’iniziativa ha come obiettivo lo studio dell’influenza dei cambiamenti climatici sulla coltivazione del caffè, al fine di individuare azioni efficaci che preservino la produttività e la qualità dei raccolti e di garantire il trasferimento delle conoscenze e delle tecnologie a tutti i coltivatori di caffè.

Oxfam: Lavazza è partner di Oxfam Italia nel progetto volto a supportare gli agricoltori di Haiti e Repubblica Dominicana nel migliorare qualità e quantità della produzione di caffè, anche tramite un avanzamento tecnologico nella filiera della lavorazione, permettendo ai produttori di migliorare la propria produzione e aumentare i propri introiti.

Il progetto prevede infatti la ripiantumazione di un milione di piante di caffè per Paese ogni anno, per un totale di 6 milioni di piante in tre anni. Altro elemento fortemente innovativo sta nell’integrare il più possibile le attività dei due Paesi, in un rapporto sud-sud.

Una particolare attenzione è rivolta alle dinamiche di genere, in ottica di empowerment della componente femminile, per favorirne la partecipazione nei processi decisionali sia in famiglia che nelle comunità produttrici.

Attraverso cooperative di agricoltori, 2.208 famiglie di piccoli produttori verranno coinvolte a Haiti e 1.230 in Repubblica Dominicana.

Lavazza è consapevole che un percorso di miglioramento continuo quale quello della sostenibilità debba tener conto del contributo di tutte le persone interne ed esterne all’azienda che collaborano alla creazione di valore condiviso lungo tutta la filiera.

È solo dal confronto costante e continuo che avvengono il miglioramento, l’innovazione e lo sviluppo. A partire dal 2001 è cominciata la collaborazione con International Coffee Partners (ICP) – sodalizio che unisce alcuni tra i più importanti torrefattori e trader di caffè al mondo – con il quale ha ideato e realizzato una serie di progetti di sostenibilità che hanno coinvolto a oggi circa 100.000 produttori al fine di implementare tecniche di agricoltura sostenibile, migliorare le infrastrutture, fornire supporto in termini commerciali, migliorando il contesto socio economico ambientale.

¡TIERRA!

Il 2002 ha segnato una data fondamentale per l’avvio del Progetto¡Tierra! L’iniziativa è divisa cronologicamente in due periodi: nel 2009 si è conclusa la prima fase, che ha interessato tre comunità in Perù, Honduras e Colombia; la seconda fase, avviata nel 2010, riguarda India, Brasile e Tanzania. Dal 2013 sono coinvolte due comunità in Etiopia e Vietnam.

I progetti sul territorio hanno in comune questi due obiettivi:

• Miglioramento delle condizioni di vita, sviluppo sociale e crescita economica delle comunità agricole

• Sviluppo di produzioni di qualità con impatto ambientale progressivamente ridotto, grazie a nuove tecniche agricole e strumenti produttivi, con il fine ultimo di una maggiore competitività e autonomia In concreto, sono stati realizzati impianti per implementare e rendere più efficiente la lavorazione del caffè, la ristrutturazione e costruzione di abitazioni, scuole e infermerie, la creazione di progetti di microcredito e, soprattutto, programmi di formazione sul campo per i piccoli produttori, con lo scopo di implementare tecniche di produzione sostenibile.

Il risultato soddisfa tutti – i beneficiari del progetto, diventati produttori in completa autonomia di una materia prima di qualità superiore, l’azienda e gli appassionati di caffè, che possono gustare due nuove miscele Lavazza, sostenibili ed eccellenti insieme.

Con ¡Tierra! l’azienda ha voluto proporre un modello replicabile di imprenditoria sostenibile che fa leva sulla fondamentale ownership di istituzioni e onlus locali.

Lavazza ha sempre pensato che la formazione in loco portasse non solo benefici nell’immediato, trasferendo nozioni e strumenti volti a migliorare le coltivazioni, ma creasse un vero e proprio modo di fare impresa.

PERCORSO DI MIGLIORAMENTO CONTINUO

La sfida per il 2015 è agire ancora più in profondità sulla sostenibilità come motore d’innovazione. Per Lavazza, questo significa integrare sempre di più la sostenibilità nei processi aziendali e condividere la propria visione e il proprio impegno con tutti gli stakeholder interni ed esterni, per favorire l’innescarsi di un circolo virtuoso che dia continuo impulso al miglioramento, non solo all’interno dell’azienda ma anche lungo tutta la filiera.

Un ciclo continuo in cui innovazione di prodotto e di processo, eccellenza qualitativa e sostenibilità ambientale, economica e sociale si alimentano vicendevolmente, grazie al contributo di tutte le persone che collaborano con Lavazza, generando valore aggiunto a beneficio di tutti: si tratta – per dirla con lo studioso Wayne Visser – di un modello di CSR 2.0 (creativo, scalabile, glocale, circolare, in altre parole sistemico) in cui responsabilità sociale, sostenibilità ambientale e business si integrano creando valore.

Per questo parliamo di CIV, Corporate Integrated Value. Un modello che Lavazza persegue costantemente.

IL NUOVO CENTRO DIREZIONALE

Un esempio di questa visione sistemica della sostenibilità come opportunità per creare valore è costituito dall’intervento architettonico che Lavazza sta portando avanti per la costruzione del suo nuovo Centro Direzionale in Borgata Aurora, a Torino.

Si tratta di un investimento di 100 milioni di euro che mira a tracciare un segno urbanistico forte e, allo stesso tempo, a promuovere una sede di lavoro funzionale e innovativa in grado di riunire più di 500 collaboratori.

Gli spazi dei nuovi uffici Lavazza sono stati infatti pensati per favorire metodi di lavoro che possano stimolare il lavoro di squadra, favorire lo scambio di informazioni, rafforzare la multifunzionalità in ottica di innovazione e miglioramento continuo.

L’intervento si caratterizza per un confronto fattivo con gli stakeholder già dalle fasi iniziali. Istituzioni locali e abitanti del quartiere sono stati infatti coinvolti in tutte le fasi di realizzazione del progetto “Nuvola”. Un modo per rafforzare il legame di Lavazza con il territorio e le persone nel rispetto dei valori del codice etico.

Il nuovo Centro Direzionale occuperà 30 mila mq di area industriale recuperati. Una struttura a basso impatto ambientale progettata dallo Studio Cino Zucchi e Associati e candidata alla certificazione LEED® (Leadership in Energy and Environmental Design) di livello Gold.

La nuova sede è sicuramente il progetto più impattante, ma tra gli obiettivi per il triennio 2015-2018 vanno evidenziati:

• la definizione di un piano di welfare “tailor made” basato su un’offerta segmentata, adeguata all’eterogeneità della popolazione aziendale;

• la centralizzazione della raccolta e della gestione dei reclami provenienti da tutti i paesi del mondo, con la finalità di garantire più vicinanza ai consumatori e maggiore conoscenza delle loro esigenze;

• l’inclusione di aspetti di sostenibilità nel piano di monitoraggio dei fornitori, in aggiunta alla verifica di affidabilità di processo e di sistemi di qualità e sicurezza;

• la definizione e l’implementazione del Sistema di Gestione per la Salute, la Sicurezza, l’Energia e l’Ambiente conforme agli standard ISO 14001, ISO 50001 e OHSAS 18001.

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