TORINO – I resti di una basilica paleocristiana sotto il nuovo quartier generale della Lavazza. Un ritrovamento “eccezionale” per Torino, un ritrovamento che ha rischiato di bloccare i lavori per la costruzione della “Nuvola verde” dell’architetto Cino Zucchi sull’area dell’ex centrale Enel di via Bologna. Alla fine tra azienda, Comune e Sovrintendenza si è trovata una soluzione per non fermare il cantiere e per conservare al meglio la scoperta.
Dopo mesi di trattative l’intesa tra la Lavazza, la Sovrintendenza dei Beni Archeologici e il Comune di Torino per valorizzare i reperti della basilica emersi durante gli scavi, prevede di renderli accessibili al pubblico quando sarà terminato il cantiere e sarà inaugurato il nuovo centro direzionale dello storico marchio torinese del caffè.
“Si tratta di un ritrovamento eccezionale per Torino, rinvenuto oltre tutto a 800 metri dal centro della città”, dice la sovrintendente Egle Micheletto. La parte più antica è una necropoli che risale al III secondo secolo dopo Cristo, mentre nel IV nella stessa area si sono edificati piccoli mausolei dedicati a personaggi già cristiani: su uno di questi si è eretta poi la basilica paleocristinata “scoperta” ora tra via Ancona e corso Palermo, che doveva ospitare le sepolture più importanti.
“A Torino c’è poca documentazione su quell’epoca e sono pochi i ritrovamenti di resti paleocristiani – sottolinea la sovrintendente Micheletto – questo è il terzo nucleo di quel periodo riscontrato a Torino. Gli altri sono il complesso dei tre edifici religiosi nell’area del Duomo e quello delle chiese dedicate ai santi Solutore, Avventore e Ottavio, nell’area della Cittadella”.
L’azienda è pronta a valorizzare i resti e a farli ammirare al pubblico. “D’altronde il nostro obiettivo non è solo quello di realizzare il nuovo quartier generale”, dice Paolo Corradini, direttore del progetto e responsabile delle relazioni istituzionali della Lavazza.
“Si sta realizzando una trasformazione urbana e sociale del quartiere e integreremo questa scoperta al meglio. Sapevamo che la zona era a rischio archeologico”. L’accordo è già stato raggiunto tra la società, la Sovrintendenza e l’assessorato all’Urbanistica guidato da Stefano Lo Russo. Il sito sarà visitabile e sarà visibile dall’esterno.
Lavazza dovrà rinunciare ad alcune infrastrutture sotterranee nell’area, ma questo non crea problemi e i progettisti hanno già messo mano alle carte.
Per la famiglia del caffè torinese la “Nuvola verde” è un investimento che si aggira, tutto compreso, tra i 100 e i 130 milioni di euro. “I lavori non sono stati bloccati – spiega Corradini – siamo andati avanti comunque”.
Fine cantiere? Nel 2016 i quasi 19 mila metri quadri di superficie saranno sistemati tra uffici, aree pedonali, aree versi, nuovi spazi pubblici, compresa una nuova piazza centrale. Così come da programma. Oltre mille persone, tra i dipendenti Lavazza e gli studenti della nuova sede dello Iaad inaugurato a settembre, che vivranno e useranno quello che fino a due anni fa era uno spazio chiuso dentro un cancello arrugginito di una ex centrale elettrica dell’Enel.