TORINO – Se si volesse fare per gioco la domanda: «È meglio il tè o il caffè?», forse le risposte sarebbero di quelle che «dividono» in due il mondo. E in questa ipotetica quanto improbabile sfida ci vuole del coraggio, quanto meno per attaccare le consuetudini e invadere il territorio principe del tè. Ma Lavazza ci riprova e, per il secondo anno, è il «caffè ufficiale» al torneo di tennis più seguito, anche per chi di racchette non se ne intende: Wimbledon, che ieri ha aperto i campi d’erba alle star del tennis.
Lavazza, l’obiettivo dell’azienda torinese
E’ di servire oltre un milione di tazzine di caffè (raggiunto già nella passate edizione) dall’espresso autentico all’italiana a ricette esclusive studiate proprio per Wimbledon, agli oltre mezzo milione di appassionati che seguiranno il torneo. Così Lavazza si ritrova a gestire il più grande bar del mondo: se tutti i punti di somministrazione (sessanta) riuscissero ad aggregarsi.
Alle macchine oltre seicento baristi formati direttamente dal Training Center, la più grande scuola per la diffusione della cultura dell’espresso. Non c’è da stupirsi se Lavazza entra nei confini della patria del tè dove è presente fin dal 1989 (anche se con una consociata) e oggi è leader di mercato in Gran Bretagna nel roast & ground (caffè espresso premium).
Quest’anno lancerà anche una edizione limitata della macchina espresso casa «A Modo Mio Favola»
E durante il torneo, vestirà con i colori di Wimbledon le vetrine di alcune tra le più storiche caffetterie di Torino, in una sorta di «gemellaggio»: Caffè San Carlo, Talmone, Caffè Torino, ovviamente il Caffè San Tommaso, la storica bottega da cui a fine Ottocento cominciò la storia di Lavazza, e i coffe shop monomarca Expression.