MILANO – Lavazza prevede di chiudere il 2012 con un ritorno all’utile, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 40-45 milioni di euro dalla perdita di 9,1 milioni nel 2011, e con un fatturato in lieve crescita, a 1,33 miliardi da 1,268 miliardi nel 2011.
Lo ha spiegato ieri l’amministratore delegato Antonio Baravalle durante una Presentazione alla stampa. Dove ha sottolineato che, in un mercato domestico in contrazione, Lavazza ha recuperato due punti di quota di mercato in termini di volume (43,4%). Attestandosi al 48,4% in termini di valore.
“Siamo tornati sui valori di redditività pre-crisi, con buone prospettive per il prossimo anno”, ha detto Baravalle.
Nelle prossime settimane l’azienda discuterà il piano strategico per il triennio 2013-2015, che si propone, tra l’altro, una nuova strategia di penetrazione sui mercati internazionali.
Lavazza intende concentrarsi soprattutto su Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti
Su questi mercati, Lavazza agirà tramite investimenti commerciali e strutture locali, anche sull’esempio dell’alleanza con Green Mountain Coffer Roasters.
Senza scordare quelli che Baravalle ha definito “semi” come semi Brasile, India e Cina; che non a caso sono tutti e tre sia produttori sia consumatori.
In altri mercati come Russia, ma di nuovo anche in Cina, sono fatti dei accordi con i partner locali. Idem in Australia.
Espression
Nel mondo vi sono oggi 80 punti Lavazza espression, caffetterie all’italiana: l’obiettivo è di investire nel marchio Lavazza e arrivare nel arco di 4 anni in 200 punti di vendita diretta in tutto il mondo.
Niente Borsa
Come sempre in tutte le occasioni, anche Baravalle, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha poi chiarito, esattamente come tutti i suoi predecessori, che la società non ha intenzione di quotarsi in Borsa e non sta studiando altre forme di finanziamento, dal momento che non ha debito e genera cassa. Il 2011 si è chiuso con un saldo di cassa di 173,5 milioni.
Finanziamenti La finanziaria di Lavazza ha finanziato quasi 50 milioni di Euro i clienti Italia.
4 stabilimenti In Italia si trovano a Settimo Torinese (Torino) e Gattinara (Vercelli), Brasile e India: impiegano 4.000 persone.
In Italia oggi sono soltanto 1.500.
Intesa con i sindacati Grazie a un lavoro di grande intesa anche con i sindacati del stabilimento di i Gattinara siamo arrivati a un risultato che permette di non fermare mai le macchine confezionatrici.
In questo modo stesso pacchetto di caffè costa 20% di meno rispetto a quello prodotto a Settimo.
Futuro in capsule/cialde Addio vecchia moka, il futuro del caffè è la capsula/cialda. Secondo Baravalle, amministratore delegato della Lavazza, che proprio dalle cialde ricava il 30% del suo fatturato, il futuro va nella direzione del porzionato. Perché è più comodo e non sporca.
«Ad oggi – ha sottolineato – nel mondo sono installate 50 milioni di macchine da caffè per cialde». Un mercato strategico per aziende come Lavazza, e non solo, che oggi rappresenta il 3,5-4%, ma con un tasso medio di crescita annuo a due cifre attorno al 30%, almeno per la Lavazza, come ha detto Baravalle.
«In dieci anni – ha comunque sostenuto Baravalle nel corso della presentazione del preconsuntivo Lavazza 2012 – le macchine per cialde installate nel mondo diventeranno 150-160 milioni».
Il motivo di tanto successo, secondo Baravalle, è semplice: «La cialda è l’unico modo di consumo omogeneo del caffè nel mondo».