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venerdì 22 Novembre 2024
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Lavazza, l’ad Baravalle parla a la Repubblica: “Costo del caffè e dell’energia? Uragano in tazzina”

Dopo un 2021 da record anche la Lavazza si ritrova ad affrontare il boom dei prezzi della materia prima e del gas, che peseranno anche sul 2023. “La situazione è devastante ma abbiamo la capacità finanziaria di continuare a crescere”, dice l’amministratore delegato

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Dopo un 2021 da record anche la Lavazza si ritrova ad affrontare il boom dei prezzi della materia prima e del gas, che peseranno anche sul prossimo anni. Lo dice Antonio Baravalle che, tra l’altro, è un grande sostenitore della sostenibilità ambientale. “La situazione è devastante ma abbiamo la capacità finanziaria di continuare a crescere”, argomenta l’amministratore delegato del colosso di Torino. Sull’argomento La Repubblica ha intervistato lo stesso Baravalle per fare il punto della situazione.

L’articolo è firmato da Flavio Bini. Vi proponiamo i passaggi salienti.

Lavazza: le parole di Baravalle

TORINO – Alle spalle di Lavazza c’è una pandemia che, conti 2021 alla mano, sembra essere stata superata per sempre. A quelle del suo amministratore delegato Antonio Baravalle, nel suo ufficio di Torino, ci sono una foto con il presidente del Consiglio Mario Draghi e il modellino di una Alfa Romeo rossa.

Pezzi di presente e passato che si intrecciano: la visita del premier nella sede del gruppo lo scorso aprile, e un ricordo dell’esperienza al vertice del marchio automobilistico negli anni della Fiat guidata di Sergio Marchionne.

Arrivato meno che quarantenne in azienda, è stato uno dei suoi manager più fidati, portandosi addosso ancora a distanza di tempo l’etichetta di Marchionne boy.

Oggi commenta con più di un filo di amarezza: “Sembra che il Paese si sia dimenticato la sua lezione: nei giorni in cui ricordavamo la sua scomparsa hanno deciso di mandare a casa il governo Draghi”.

Partiamo dall’azienda Lavazza. Qualche anno fa, riferendosi al settore del caffè, lei ha detto: “Siamo i più grandi dei piccoli e i più piccoli dei grandi. È ancora così?”

“È ancora così: il mondo dei roaster è dominato da due giganti, poi c’è il resto del mondo. L’importante è trovare nel resto del mondo la giusta dimensione e il giusto posizionamento.

I conti 2021 da questo punto di vista vi confortano

“Di sicuro i risultati fanno capire che la pandemia è alle spalle. Il 2021 per noi è stato un anno record per quasi tutti i parametri finanziari. Si intravedeva un recupero importante anche nei settori rimasti indietro durante il Covid, come il food service e il mondo degli Ocs vending (i distributori automatici ndr). Anche se ci aspettiamo comunque un ridimensionamento di questo canale per effetto dello smart working”.

Che cosa vi aspettate per quest’anno?

“Diciamo che non abbiamo avuto molto tempo per gioire perché lo tsunami, che era evidente e già alle porte, preannuncia un biennio estremamente complesso. E non parlo solo del 2022, ma soprattutto del 2023”.

Si riferisce all’aumento dei costi di materie prime ed energia per Lavazza?

“Sì, per noi sono due dati devastanti. Per fare un esempio, lo scorso anno abbiamo realizzato il record di ebitda, raggiungendo gli oltre 300 milioni di euro. Nel 2022, a parità di volumi, avremo 350 milioni di costi aggiuntivi, e nel 2023 ce ne aspettiamo altri 200 milioni, sempre a parità di volumi”.

In che misura pesa ciascuna di queste due componenti?

“Per fare un esempio l’acquisto del caffè, è cresciuto dell’80%. Quando noi produciamo una normale confezione da 250 o 500 grammi, circa il 75% del costo del pacchetto è rappresentato dal caffè, il 35% nel caso delle capsule, a questo si aggiunge il tema del cambio”.

Per leggere l’intervista completa all’amministratore delegato Lavazza cliccare QUI

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