MILANO – Lavazza contribuisce quale partner fondatore alla nascita del nuovo progetto Plug and Play Italy, presentato ieri, lunedì 15 aprile, al Palazzo del Ghiaccio di Milano. Nata in Silicon Valley negli anni novanta, Plug and Play è diventata la più grossa piattaforma di innovazione mondiale. Una realtà che include 10.000 startup e 280 partner aziendali ufficiali. Tra i suoi early investor, negli anni duemila, nomi del calibro di Logitech, Google, Paypal e Dropbox.
Plug and Play è oggi presente in 30 location tra America, Europa ed Asia, assieme a 300 grandi aziende partner, tra cui Tetra Pak, Carrefour, Coca Cola, PepsiCo, Samsung, Mercedes, Galeries Lafayette, Lidl.
Plug and Play Italy prevede dunque l’esecuzione di due programmi trimestrali all’anno, e il coinvolgimento di startup attive nell’innovazione dell’area food and beverage. Sarà guidata da un team di giovani italiani di ritorno da esperienze di lavoro in Europa, Asia e America. Oltre a Lavazza entrano nel progetto italiano come partner fondatori: Esselunga, Tetra Pak e UniCredit.
Lavazza sceglie quindi di sposare un progetto che favorirà la contaminazione, lo scambio di conoscenze, la coltivazione di nuove idee e la collaborazione tra molteplici realtà italiane e internazionali con preciso obiettivo: la diffusione di una solida cultura dell’innovazione.
“L’innovazione svolge un ruolo fondamentale nella nostra storia. Ed è un fattore determinante per la diffusione globale della cultura del caffè Italiano,” ha detto Sergio Cravero, Lavazza Chief Marketing Officer.
“Siamo felici di essere partner fondatori di Plug and Play, che in questo settore riveste un ruolo portante. Assieme, velocizzeremo il processo dell’innovazione tecnologica. E diventeremo un elemento chiave nel più grosso ecosistema internazionale di startup.”
Come il funzionerà Plug and Play di Milano
“Faremo due batch di accelerazione all’anno – dice Andrea Zorzetto, managing partner di PnP in Italia– ognuno dei quali, almeno inizialmente, avrà una decina di startup alle quali non chiederemo né fee né equity perché, benché PnP è anche un investitore, questi programmi sono pensati soprattutto per supportare la realazione tra le startup e le corporate nostre partner, sono quindi due aspetti diversi del nostro business”.