MILANO – Leader di mercato a confronto sul futuro del caffè robusta al Lavazza Innovation Center. World Coffee Research – l’organizzazione no profit californiana che promuove la ricerca collaborativa e lo sviluppo scientifico nel settore del caffè – ha riunito nella struttura di Settimo Torinese un focus group di discussione sulla qualità dei robusta, in termini di esigenze del mercato, punti di vista e preferenze.
Ad animarlo alcuni importanti membri del Wcr. Oltre a Lavazza, che ha fatto gli onori di casa, hanno contribuito aziende del calibro di Strauss Coffee, Tchibo, Taylors of Harrogate, Keurig Dr Pepper, Mercon Coffee Group, Sucden, Jde Peet’s, DR Wakefield e Coffee Circle.
La coffea canephora è sempre stata vista come la “ugly sister” della più pregiata arabica
Tuttavia, la “sorella bruttina” ha visto lievitare la sua quota di mercato, nei commerci internazionali, dal 25% al 40%, negli ultimi trent’anni.
E la domanda appare destinata ad aumentare ancora, poiché i mercati in massima crescita e demograficamente più giovani consumano soprattutto caffè robusta. Eppure, il settore dei robusta, sia sul fronte della produzione che sul lato dei consumi, è ancora, sotto certi versi, agli stadi iniziali.
Secondo il Robusta Catalog del Wcr, la potenziale diversità genetica dei robusta è ancora da tutta da esplorare. E vi sono molte variazioni sconosciute nel bacino genetico della c. canephora, comprese alcune caratteristiche genetiche rilevanti per la resa in tazza di questa varietà.
Wcr sta esplorando il potenziale di miglioramento dei robusta attraverso la selettocoltura. E lo scopo del focus group è stato anche quello di delineare le direttrici strategiche di ricerca in tale ambito.
Il dibattito si è incentrato inoltre sulle sfide e sulle opportunità relative a produzione, domanda e offerta.
I partecipanti hanno individuato le seguenti sfide chiave per il futuro dei robusta:
- carenza di offerta
- logoramento dei produttori
- diversificazione delle origini
- costanza qualitativa
- bassa percezione della qualità in alcuni mercati
- mancanza di supporto istituzionale nel miglioramento della qualità e nell’espansione delle aree coltivate
- pressioni normative, per quanto riguarda la lotta alla deforestazione e l’utilizzo di alcuni tipi di input chimici.
Ma hanno anche indicato numerose opportunità sulle quali lavorare, tra cui:
- differenziazione e segmentazione dei mercati
- nuovi profili organolettici
- innovazione di prodotto
- produttività
- sistemi produttivi (agricoltura forestale, agricoltura rigenerativa, colture intercalari)
I consumi di caffè robusta continuano a crescere in tutti i segmenti di mercato. I fornitori osservano una maggiore richiesta di robusta di alta qualità, la cui reperibilità è però diminuita negli ultimi tre anni.
I robusta di grado inferiore sono utilizzati principalmente dall’industria asiatica del caffè solubile, in mercati dove la priorità è tenere bassi i prezzi.
Ma anche in questa area geografica sta crescendo la domanda di prodotti solubili di migliore qualità, specie tra i nuovi ceti medi emergenti. Da cui importanti opportunità di creazione di nuovi segmenti di prodotto, tagliati su misura in funzione di queste nuove categorie di consumatori.
L’accettazione dei robusta è diversa da mercato a mercato
Ormai anche il segmento specialty sta cominciando ad accettare i robusta di altissima qualità, fatto questo importantissimo pure per il marketing. Ma la robusta gode tuttora di una cattiva fama dovuta alla lavorazione post-raccolta non sempre adeguata, all’elevata amarezza in tazza e al marketing aggressivo, che promuove gli arabica come sinonimo di prodotti premium.
Tuttavia, molti dei partecipanti al gruppo hanno riferito di blind test dove i consumatori non hanno notato la presenza dei robusta o non l’hanno comunque considerata sgradevole. Pesano, insomma, anche i pregiudizi e la volontà dei brand di non associare la propria immagine a una materia prima considerata di qualità inferiore.
Vi sono poi i problemi di approvvigionamento. E il rischio di dipendere da pochi grandi paesi produttori. Il Vietnam ha un’industria molto efficiente e affidabile, ma si teme che essa possa, nel lungo periodo, perdere parte del proprio potenziale, poiché molti produttori stanno abbandonando il caffè per passare a colture considerate più remunerative, come l’orticoltura o la frutticoltura.
In Brasile, la produzione di conillon è assorbita sempre più dall’industria interna. L’Indonesia rimane su livelli di produttività molto bassi.
Altrove, l’unico paese dove il governo abbia compiuto investimenti significativi per accrescere la produzione e l’export di robusta è l’Uganda.
Paesi come Laos, Tailandia, Messico, Nicaragua e la stessa Colombia stanno cercando di introdurre o espandere la coltura, senza avere però ottenuto sinora ricadute significative per quanto riguarda produzione o export.
Per concludere, i partecipanti hanno delineato una serie di obiettivi così riassumibili:
- profittabilità dei produttori
- incremento della produttività
- lotta alle avversità colturali
- differenziazione di mercato
- sistemi produttivi
- coltura ombreggiata, agricoltura forestale
- colture intercalari
- negatività del carbonio
- meccanizzazione della raccolta
- alta densità di impianto
- basso utilizzo di pesticidi e fungicidi
- gusto/aroma
- in generale – minore amarezza, maggiore dolcezza
- profili aromatici differenziali (neutro, fruttato, speziato)
- costanza di gusto e aroma
- attributi fisici
- maggiore uniformità nel crivello dei chicchi
In tale contesto, la selettocoltura avrà un ruolo chiave nel supportare qualità, produttività e differenziazione di mercato. Ma il successo di qualsiasi nuova varietà dipenderà anche dal supporto dato dalle istituzioni e dagli investimenti nei paesi di origine.
Il futuro dei robusta – conclude Wcr – poggia su due pilastri: innovazione e collaborazione, compreso il supporto istituzionale a entrambe. “L’innovazione agricola, da sola, non basterà a portare cambiamenti significativi”.