MILANO – In attesa di decidere se far suo il marchio francese Carte Noire – l’opzione a favore di Lavazza scadrà il 23 giugno – il colosso torinese, numero sei nel mondo del caffè, ha raggiunto venerdì 12 giugno un accordo preliminare (manca soltanto il sì
della Commissione Europea) per acquistare una marca di caffè danese, la Merrild. Il venditore è sempre D.E. Master Blenders, il gruppo olandese che sta cercando di rispettare le condizioni fissate dalle autorità europee garanti della concorrenza dopo il sì alla fusione con Mondelez, altro grande del caffè.
La condizione al sì per la fusione è che vengano ceduti alcuni marchi. D.E. Master Blenders non solo deve vendere Merrild ma anche dare in licenza il marchio Senseo in Austria, mentre a Mondelez è stato imposto di uscire da Carte Noire, un altro marchio su cui aveva messo gli occhi Lavazza.
Per quanto riguarda Carte Noire, numero 1 del mercato francese, è ora sul mercato a un prezzo di circa 600 milioni di euro. Lavazza nel mese di aprile aveva confermato di essere in lizza per acquistare Carte Noire. Ma dopo il preaccordo di venerdì 12 per l’acquisizione danese Torino ha preferito non dire se continuerà la corsa verso Carte Noire.
“Lavazza ha sottoscritto un accordo con D.E. Master Blenders 1753 BV per soddisfare le condizioni della Commissione europea per quanto riguarda la cessione di marchio Merrild”, ha fatto sapere il colosso di Torino in una nota inviata all’agenzia Reuters.
Come detto pure la chiusura di questa transazione, benché molto più piccola di quella che riguarda la grande partita attorno al marchio Carte Noire, è soggetta all’approvazione da parte della Commissione europea per la concorrenza.
Per ora Lavazza non ha rivelato i termini finanziari della transazione.
Il gruppo danese Merrild genera oltre il 90 per cento dei propri ricavi attraverso la vendita di caffè torrefatto, ha messo a segno un fatturato netto di circa 35 milioni di euro (39 milioni dollari) nell’anno fiscale 2014.
Per tornare a Carte Noire, Lavazza continua ad avere in mano l’opzione d’acquisto.
Un’operazione che non dovrebbe essere difficile per Torino che da tempo ha rastrellato liquido, alienando anche parte della sua partecipazione azionaria in Green Mountain Coffee Roaster, negli Stati Uniti.
E in cassa Torino dovrebbe avere tranquillamente quei circa 600 milioni richiesti per l’acquisto di Carte Noire. Un’operazione che non può ora certo essere influenzata dal piccolo esborso per l’acquisizione del torrefattore danese Merrild.