Lavazza celebra con uno spot il primo espresso nello spazio

Il brand dedica al primo caffè in orbita un nuovo soggetto della campagna Paradiso con Enrico Brignano e San Pietro, in tv e online, e una speciale affissione. Firma l'agenzia Armando Testa

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di Alessandra La Rosa*
Grazie alla collaborazione e ricerca di Argotec e Lavazza, due aziende torinesi, che hanno messo a punto una macchina espresso a capsule in grado di lavorare nelle condizioni estreme dello spazio, quest’anno per la prima volta nella Stazione Spaziale Internazionale gli astronauti hanno potuto bere, per la prima volta nella storia, un espresso nello spazio.

Questo importante avvenimento è celebrato con un nuovo soggetto della campagna Lavazza, realizzato dall’agenzia Armando Testa.

Enrico Brignano e Tullio Solenghi si imbattono in Paradiso in una misteriosa astronave. Esplorandola, scoprono con grande sorpresa che anche lì si può gustare l’espresso Lavazza.

Gli astronauti, però, nelle loro passeggiate spaziali hanno smarrito la strada per l’astronave e per il loro amato espresso, e chiedono notizie ad Enrico e San Pietro. Riceveranno una risposta sincera?

Lo spot è firmato dall’agenzia Armando Testa come tutta la campagna Paradiso, con la direzione creativa di Mauro Mortaroli, copy Leonardo Manzini ed è diretto da Alessandro D’Alatri, musiche del Maestro Nicola Piovani, casa di produzione Filmmaster Productions. Andrà in onda su tutte le reti TV e sul web.

Parallelamente, l’evento nella Stazione Spaziale Internazionale verrà comunicato anche con affissioni in grandi formati a Torino e Milano, dominations che vestiranno le stazioni Garibaldi e Cadorna di Milano, sulla stampa periodica e sul web.

In questo caso il visual riprende il messaggio della campagna televisiva, utilizzando però la forza e l’eleganza di un’immagine simbolica realizzata dal fotografo Thierry Le Gouès per un’edizione del celebre Calendario Lavazza.

Per l’agenzia hanno lavorato sotto la direzione creativa esecutiva di Michele Mariani, l’art e direttore creativo Andrea Lantelme e il copy Federico Bonenti.