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venerdì 22 Novembre 2024
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Lavazza-Carte Noire: tutti i dettagli e i segreti dell’operazione da 700 milioni

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MILANO – Con una conferenza stampa organizzata in un hotel parigino, Lavazza ha ufficializzato giovedì mattina l’acquisizione di Carte Noire, brand leader nel mercato francese del caffè.

Un’operazione che gli insider bene informati davano per certa da mesi. Il closing è stato sottoscritto il 29 febbraio, dopo l’approvazione da parte dell’Autorità francese della concorrenza e della Commissione Europea.

Oggetto dell’acquisizione sono i marchi e le attività di Carte Noire all’interno dello Spazio Economico Europeo, sin qui di proprietà del colosso olandese Koninklijke Douwe Egberts.

La cessione costituiva il presupposto per il via libera dell’Antitrust europeo alla fusione Mondelēz International – D.E. Master Blenders 1753, che ha dato vita al colosso Jacobs Douwe Egberts (Jde), la massima società pure play nel settore del caffè a livello globale.

Come si ricorderà, Lavazza aveva messo gli occhi inizialmente sui due marchi transalpini L’Or e Grand’Mère, messi sul mercato per lo stesso motivo.

Ma aveva dovuto desistere, dopo la decisione di Bruxelles di imporre condizioni più restrittive per dare la sua benedizione al matrimonio Mondelēz-Demb.

Imponendo, per l’appunto, la cessione di Carte Noire.

Lavazza otteneva comunque un’opzione di acquisto su quest’ultimo marchio, ma rinunciava ad esercitarla ritenendo eccessivamente esoso il prezzo richiesto (oltre 1,2 miliardi di dollari).

Nel frattempo, il gruppo torinese non rimaneva a guardare e comprava – sempre da da Demb – il marchio danese Merrild.

Poche settimane più tardi, a fine luglio, un nuovo colpo di scena: con un comunicato (datato 23 luglio), Lavazza formalizzava un’offerta vincolante d’acquisto per Carte Noire

“Con questa acquisizione, di portata strategica, riteniamo di poter fare un importante passo avanti per diventare un’azienda globale” dichiarava l’Ad Antonio Baravalle palesando le ambizioni di Lavazza.

Seguivano mesi di estenuanti trattative, con il consueto corollario di voci e rumour.

Ma l’impressione, già lo scorso autunno, era che l’arrivo dell’annuncio ufficiale fosse soltanto una questione di tempo.

Con la conferenza stampa di ieri sono stati resi noti anche alcuni importanti dettagli.

A integrazione di quanto già anticipato sul nostro portale nella giornata di giovedì possiamo aggiungere che l’operazione sarà parzialmente finanziata da un corporate loan di 400 milioni erogato da un pool di 4 banche (Banca Nazionale del Lavoro, Coöperatieve Rabobank, Intesa Sanpaolo e Unicredit). Su un costo totale di 700/750 milioni.

Sono oggetto della cessione i marchi e le attività di Carte Noire nello Spazio Economico Europeo (See, ossia i 28 paesi dell’Unione più Islanda, Liechtenstein e Norvegia).

Lavazza, come già detto, diventa il primo competitor sul mercato del caffè d’oltralpe.

E la Francia diventa il secondo mercato di Lavazza dopo l’Italia, con un fatturato attorno ai 300 milioni di euro e un totale di circa 500 collaboratori.

L’acquisizione comprende il caffè torrefatto, le cialde e le capsule compatibili Nespresso.

Prevede inoltre la licenza del marchio Senseo in Austria, per la durata di 5 anni, sia per le cialde che per le capsule.

Nella cessione rientra anche il sito produttivo di Lavérune, vicino a Montpellier.

Lavazza garantirà i livelli occupazionali sino a luglio 2017 e concentrerà in questo stabilimento l’intera produzione Carte Noire, che diventerà al 100% Made in France.

Verranno inoltre attivate nuove linee di produzione per le cialde (sin qui non presenti nello stabilimento).

I vertici di Lavazza saranno oggi a Lavérune per esporre, a grandi linee, il piano industriale.

Secondo quanto anticipato da Giuseppe Lavazza (nella foto), in un’intervista a France Info, i due marchi saranno sostanzialmente complementari.

Carte Noire manterrà il suo primato nel canale alimentare, mentre Lavazza si concentrerà, in particolare, nel canale Horeca, dove conta sin d’ora 19 mila punti vendita in Francia.

In virtù di questa acquisizione, il fatturato di Lavazza lieviterà, il prossimo anno, a 1,7 miliardi di euro.

“Il nostro obiettivo è quello di raggiungere la soglia critica dei 2 miliardi entro il 2020” ha dichiarato Lavazza (con una quota internazionale superiore al 70%, ndr.). Il tutto principalmente attraverso la crescita organica.

“Naturalmente se ci sarà la possibilità di fare nuove acquisizioni potremo accorciare i tempi e raggiungere questo obiettivo in anticipo” ha aggiunto lo stesso Lavazza.

E i soldi per fare lo shopping, se salteranno fuori le buone occasioni, ci sono: “la liquidità non ci manca” ha osservato, a tale proposito, l’Ad Baravalle. Per inciso, il patrimonio netto di Lavazza ammonta a circa 2 miliardi di euro.

Nello scontro tra titani generato dalle grandi acquisizioni e concentrazioni avvenute di recente sul mercato globale del caffè (nascita di Jde, acquisizione di Keurig da parte di Jab Holding, ecc.) quale ruolo potrà ritagliarsi Lavazza?

“Crediamo che ci sia spazio per un player qualificato alternativo ai colossi Nestlé e Jde, con un portafoglio marchi di grande valore e prestigio, forte della sua esperienza e delle sue tradizioni” ha dichiarato ancora Giuseppe Lavazza.

Il tutto conservando la piena autonomia del Gruppo: Lavazza “non è in vendita.”

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