TORINO – Dopo l’accordo azienda sindacati ora c’è anche il sì, sofferto e di misura, dei lavoratori. Infatti con soli 123 voti favorevoli e 91 contrari l’assemblea dei lavoratori ha ratificato l’accordo per il rinnovo del contratto integrativo aziendale che tante frizioni aveva causato con tanto di scioperi e presidi. Un risultato di misura che dimostra quanto siano state complesse le trattative tra le parti negli ultimi due mesi.
Premi e riorganizzazione
«Un accordo che risponde alle esigenze di un mercato che in pochi anni è sostanzialmente cambiato – aveva commentato la Lavazza in una nota – e tiene in considerazione i lavoratori». L’accordo prevede tra le altre cose, «un premio per obiettivi» legato ai risultati dello stabilimento, maggiore rispetto al passato e una riorganizzazione del lavoro basata sulla flessibilità e professionalità. «Ora sarà avviato un ampio programma di rinnovamento – prosegue Lavazza – proprio dello stabilimento di Settimo che comprenderà articolati interventi sulla formazione del personale, sugli impianti e la revisione dei processi, per migliorarne l’efficienza».
Confronto difficile
«L’ultimo incontro all’Unione Industriale lo abbiamo avuto il 9 dicembre – spiega Denis Vayr, Flai Cgil -. E’ stato un confronto difficile e complicato dove si è cercato per quanto possibile di abbassare almeno il muro che ci divideva. Un accordo è stato trovato. Almeno ora abbiamo un contratto nel rispetto della legge nazionale. Certo, rispetto al precedente integrativo, abbiamo perso dei pezzi, ma pazienza. Ora, però, l’azienda non ha più scuse. Faccia gli investimenti promessi e porti le produzioni a Settimo».
Fiore all’occhiello
Tra le preoccupazioni dei lavoratori che ad ottobre avevano anche chiesto l’aiuto del Comune e l’intervento delle istituzioni, dopo la rottura delle trattative a settembre, c’era anche il timore di una delocalizzazione e una non chiara politica di investimenti sullo stabilimento. L’accordo appena siglato e le dichiarazioni dell’azienda riportano calma e fiducia tra i lavoratori.
Il sito di Settimo ha prodotto negli ultimi anni il 70% degli utili netti di questa grande azienda del caffè made in Italy: 64 milioni nel 2013 e una previsione di 100 nell’anno che sta per finire. «Una realtà florida che non ha subito i contraccolpi della crisi – conclude Vayr – dove non era possibile immaginare perdite di posti di lavoro».