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venerdì 22 Novembre 2024
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E le campionesse Manu Fensore e Carmen Clemente organizzano lezioni di latte art con la visiera

La numero uno al mondo e la prima in Italia riaprono la academy ai corsisti: "Pensiamo positivo, perché le persone hanno bisogno di fiducia, hanno bisogno di rivederti all'opera. Devono capire come gestisci i corsi latte art in modo che si sentano più sicuri da tutti i punti di vista. È solo una questione di tempo e tutto tornerà alla normalità"

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MILANO – Tutta l’Italia ha riacceso i motori: i locali, quelli che hanno potuto, hanno riaperto e anche i corsi di formazione hanno ripreso la modalità offline. Importante imparare toccando con mano la materia prima, soprattutto quando parliamo di una disciplina come la latte art. Tecnica in cui l’Italia si è distinta con la campionessa mondiale Manuela Fensore, che lavora insieme all’altra donna che ha conquistato l’ultimo titolo nazionale della categoria, Carmen Clemente. Proprio nel loro laboratorio milanese, la magia è ricominciata assieme ai corsisti che vogliono imparare dalle migliori a maneggiare la lattiera in modo professionale. E’ con queste due fuori classe che abbiamo parlato della nuova realtà con cui si confrontano quotidianamente.

Latte art: con il virus com’è stato allenarsi? Quali sono state le difficoltà?

Rispondono le campionesse: “E’ stato quasi impossibile farlo più che altro per una questione logistica: ci siamo dovute adeguare a ciò che avevamo in casa. Ci siamo trasferite di recente, giusto poco prima del virus. Nella casa nuova non avevamo modo di preparare neppure la moka perché non avevamo quella adatta per il piano ad induzione.

Allora come base di caffè, abbiamo usato quello macinato mischiato con acqua: era molto più difficile lavorare così, ma lo abbiamo fatto comunque, per non perdere il movimento della mano.  Per montare il latte invece, ci siamo ingegnate con la nostra macchina per uso domestico.”

Adesso avete ripreso con i corsi: quali sono le misure di sicurezza da prendere per i corsi di latte art?

“Di recente abbiamo ripreso le lezioni. Abbiamo riscontrato da parte dei nostri corsisti, la voglia di imparare per riuscire a distinguersi in un periodo particolare come questo che stiamo vivendo, dove tutti fanno di tutto per dare quel qualcosa in più al cliente e riportarlo al bar il prima possibile.

Per rendere sicuro il locale abbiamo usato vapore a 100 gradi e la pulizia con alcool e prodotti mirati alla sanificazione.”

Riguardo le norme di sicurezza

“Facendo corsi face to face con una persona alla volta, è stato abbastanza facile gestire la nuova condizione. Iniziamo con la misurazione della temperatura corporea all’ingresso, portiamo le mascherine, usiamo il gel sanificante che poi resta sempre a disposizione. Infine, per noi trainer latte art, sono previste le visiere protettive e manteniamo la porta aperta per dare la giusta aerazione del locale.

La sicurezza al primo posto

Per fortuna abbiamo una disposizione logistica del bancone che ci dà la possibilità di avere e mantenere la giusta distanza con il corsista. Quindi, con tutte le norme che abbiamo messo in atto, ci sentiamo sicure per la nostra salute e quella del corsista che sceglie la nostra academy.”

Il numero degli iscritti è tornato come quello di prima del Covid?

“Siamo sincere nel dire che il 50% di tutte le persone ricontattate ha reinviato per questioni economiche il corso in autunno. Noi però pensiamo positivo, perché le persone hanno bisogno di fiducia, hanno bisogno di rivederti all’opera. Devono capire come gestisci i corsi latte art in modo che si sentano più sicuri da tutti i punti di vista. È solo una questione di tempo e tutto tornerà alla normalità: l’importante è mantenere un’atteggiamento mentale positivo. Sappiamo che è difficile ma c’è lo dobbiamo imporre per riuscire ad uscirne vincenti.”

Com’è fare latte art a queste nuove condizioni?

“La cosa difficoltosa nel fare latte art con tutte queste misure di sicurezza è riuscire a respirare: tra la visiera e la mascherina è una tortura, ma riguardo la resa del corso siamo molto soddisfatte.”

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