MILANO – La “Tigre”: così la chiama l’intero team che l’ha supportata durante la preparazione ai Wlac (World Latte Art Championship) di Berlino. In questi ultimi due anni i lettori l’hanno vista crescere ed evolversi insieme alla sua tecnica: Manuela Fensore è ora la campionessa mondiale di Latte Art 2019.
Un traguardo meritato, naturale esito di un processo fatto di sacrificio, allenamento e tenacia. Niente ha fermato la scalata di questa ragazza, prima nei suoi successi a livello nazionale – è stata proclamata vincitrice del titolo italiano per la categoria Latte Art due volte di fila, nel 2018 e nel 2019 -.
Anche nella sua prima esperienza ai mondiali, durante i quali purtroppo non è andato tutto come avrebbe dovuto, dalla sconfitta di Belo Horizonte ha tratto però un insegnamento. Una lezione che ha imparato davvero bene, dato che a sollevare la coppa del primo posto al mondo, è stata proprio lei durante la domenica dell’8 giugno.
Latte Art made in Italy conquista la giuria dei mondiali
Le figure composte a volte in free pour e altre in etching del pappagallo e del cavallo hanno portato Manuela Fensore prima a superare il primo round. Fase in cui si è saputa distinguere da ben 42 competitor. La stessa tecnica, le stesse figure, hanno poi confermato il suo talento facendola volare direttamente in finale. Lasciando indietro gli altri 11 sfidanti.
Un traguardo che ha ottenuto mettendosi sempre a dura prova, nella scelta di figure tecnicamente più complesse e del tutto innovative per la competizione internazionale. Un rischio che ha deciso di prendere per fare la differenza, presentandosi come sfidante fuori dal comune.
Manuela Fensore contro i 6 in finalissima
Erano rimasti in pochi a contendersi il titolo mondiale: da Hong Kong Peter Chan; Hao-Yuan Chen da Taiwan, Liu Guoqiang dalla Cina. Poi Hirki Ito dal Giappone e Oneway Dash, Sud Corea. Un dato di fatto che, Manuela Fensore, fosse la sola donna arrivata all’ultimo gradino dal podio. E, così come lei stessa aveva dichiarato, i concorrenti orientali sono quelli più esperti e più temuti nella disciplina della Latte Art.
E lei, proprio contro questo primato, non solo si è scontrata, ma l’ha fatto abbattendolo completamente. Con la sua determininazione è riuscita a prevalere su tutti, arrivando così a guadagnare l’oro della Latte Art. Questo, grazie a una gara che ha lasciato spazio a poche imperfezioni: a parte un overtime di 11 secondi, la tecnica e la mano ferma hanno avuto la meglio.
L’unione fa la forza
Una lezione che ha replicato dai suoi modelli orientali, è stata proprio la condivisione di competenze e esperienze. In questo senso è stato essenziale il team che l’ha fatta crescere in questi mesi di lavoro. Ovviamente, dopo averla seguita nella preparazione precedente alla prova di Berlino, il gruppo a sostegno di Manuela Fensore è stata presente anche durante la competizione. Ad abbracciarla subito dopo la proclamazione la stessa Chiara Bergonzi.
E anche Mary Mauro è stata vicina alla campionessa durante tutta la presentazione, facendo addirittura da interprete per il pubblico.
Infine, ultima ma non per importanza, la socia e colonna portante, Carmen Clemente. Dietro lo stage, ha visionato la gara niente meno che il campione del mondo 2018 Irvine Quek.
Insomma: talento, tenacia e lavoro di squadra. Tutti elementi che hanno portato Manuela Fensore in cima alla vetta della Latte Art.