MILANO – Zucchero e dolcificanti artificiali sono da sempre al centro dei dibattiti su dieta e nutrizione. Negli ultimi anni l’attenzione è ricaduta sui presunti rischi dell’aspartame. Un edulcorante ottenuto da due aminoacidi e presente in centinaia di prodotti al posto dello zucchero per azzerare o ridurre drasticamente le calorie.
L’aspartame ancora sotto l’indagine della scienza
Dal 2005 al 2010 la Fondazione Europea Ramazzini (FER) di Bologna, ha condotto diversi studi in cui evidenzia alcuni effetti cancerogeni sui topi.
L’anno scorso anche Report
Il settimanale televisivo di Milena Gabanelli, ha mandato in onda un servizio di Sabrina Giannini sull’aspartame; lasciando intendere che ci possono essere dei rischi seri per la salute se assunto in dose elevate.
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa)
Ha più volte ribadito che le nuove prove disponibili, compreso lo studio FER, “non davano adito a (…) riconsiderare le precedenti valutazioni sulla sicurezza dell’aspartame; e nessun motivo per rivedere la DGA precedentemente stabilita (…) di 40 mg/kg di peso corporeo/giorno”.
Ma le polemiche non si sono placate
Così l’Efsa, dovendo tener conto delle preoccupazioni dell’opinione pubblica, ha predisposto una nuova valutazione sul dolcificante che dovrebbe essere completata entro il mese di maggio 2013.
Sull’ultima newsletter dell’Istituto Superiore di Sanità
Sono state pubblicate cinque domande sull’aspartame. Cui hanno risposto Alberto Mantovani e Leonello Attias; esperti del Comitato nazionale sicurezza alimentare.
Ecco alcuni dei dubbi chiariti dagli esperti
1. Che cos’è l’aspartame e dove è contenuto?
L’aspartame è un edulcorante artificiale a basso tenore calorico; con un potere dolcificante di circa 200 volte superiore rispetto a quello dello zucchero.
In Europa è autorizzato l’uso, a determinati livelli, in: bevande, gomme da masticare; prodotti lattieri, di pasticceria, dietetici e per il controllo del peso, oltre ad essere impiegato come edulcorante da tavola.
Nell’ultima riunione organizzata il 9 aprile dall’Efsa, esponenti dell’industria hanno precisato che l’uso di aspartame in Europa si va riducendo a favore di altri edulcoranti.
2. Quanto se ne può consumare?
Come avviene per gli altri additivi, anche per l’aspartame esiste una dose giornaliera accettabile. (Dga, espressa in mg/kg peso corporeo/giorno pari a 40 mg/kg/giorno definita diversi anni fa, prima ancora della costituzione dell’Efsa). Questo valore non comporta un rischio per la salute, anche per i soggetti più vulnerabili.
3. Perché questo valore è stato messo in discussione?
Alcuni studi sperimentali effettuati dall’Istituto Ramazzini dimostrerebbero un incremento di tumori in roditori esposti ad aspartame.
Nel 2009 e 2011 l’Efsa ha valutato questi studi
Evidenziando dei problemi metodologici per cui gli esperti non hanno ritenuto opportuno variare o mettere in discussione la Dga.
Tuttavia, è emersa la necessità di una specifica attenzione nei confronti dei metaboliti dell’aspartame. In particolare la fenilalanina e il metanolo. Sia per la tossicità sia per la quantità che si può accumulare nell’organismo.
Queste considerazioni sono state il motivo principale per richiedere all’Efsa una nuova valutazione entro il 2013.
4. Quali sono i lavori recenti svolti dall’Efsa sull’aspartame. Quali studi poi ha preso in considerazione l’Authority per formulare il parere atteso in maggio?
Il Panel Efsa sugli additivi alimentari e sulle fonti di nutrienti aggiunti agli alimenti ha formulato una bozza di opinione accurata e dettagliata. Su cui l’Efsa ha chiesto commenti tramite una consultazione pubblica. Cui ha contribuito anche il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare (Cnsa).
La bozza di parere ha riesaminato gli studi disponibili sull’aspartame, ha valutato alcuni recenti studi epidemiologici sugli edulcoranti, ha identificato le lacune conoscitive ancora esistenti e soprattutto ha dedicato attenzione alla formazione e alla tossicità dei metaboliti, in particolare la fenilalanina.
5. Quali le conclusioni della bozza di parere?
La bozza di parere identifica la formazione di fenilalanina come il fattore principale per valutare la sicurezza dell’aspartame.
La conclusione è che la Dga di 40 mg/kg/giorno tutela i consumatori con l’eccezione delle persone con un difetto metabolico raro, la fenilchetonuria, che non debbono consumare aspartame.
Il Cnsa
Nel riconoscere il valore scientifico del documento, ha però suggerito maggiore attenzione verso la formazione e la tossicità dell’altro metabolita dell’aspartame, il metanolo.
Inoltre, il Cnsa si è associato ai commenti relativi alla possibile riconsiderazione della Dga in senso più cautelativo. Alla luce delle rimanenti incertezze scientifiche.
Il Panel degli esperti si rimetterà al lavoro per un parere definitivo alla luce dei commenti ricevuti.
Fonte: il fatto alimentare