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martedì 05 Novembre 2024
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L’aroma del caffè che sostiene gli agricoltori del Sud Sudan

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«Il caffè rappresenta una fonte di reddito necessaria per i coltivatori del Sud Sudan, una nazione ancora devastata dalla guerra. Investire nello sviluppo della società civile e nella responsabilizzazione delle comunità di coltivatori locali aiuterà a porre le basi per lo sviluppo di un’economia sostenibile».

Parola di George Clooney. Perché l’attore americano conosce molto bene l’importanza di un buon caffè. Soprattutto, se ha anche l’aroma dell’etica e della solidarietà. Per questo, il Brand Ambassador Nespresso spiega la «validità del programma che Nespresso e TechnoServe», ente per lo sviluppo senza scopo di lucro, hanno avviato in collaborazione con la United States Agency for International Development (USAID), finalizzata a intensificare le attività di supporto nella nuova nazione del Sud Sudan per migliorare il sostentamento dei coltivatori di caffè.

«Questo impegno da parte dell’USAID – dice Clooney – consente di coinvolgere ancor più agricoltori in un maggiore numero di aree del Paese».

IL PROGETTO DI RILANCIO

Anni di guerra civile, infatti, hanno falcidiato il settore del caffè del Paese, le cui esportazioni consistono attualmente per il 99% di petrolio. Per ridare nuovo impulso alla produzione di caffè in questa fetta di mondo, dal 2011 Nespresso e TechnoServe collaborano direttamente con i coltivatori locali in Sud Sudan allo scopo di rivitalizzare la produzione di caffè di alta qualità, sviluppando anche dei canali commerciali finalizzati a favorirne la vendita e l’esportazione.

In questo progetto Nespresso ha già investito oltre 2,5 milioni di dollari. Mentre nell’arco di tre anni, l’USAID investirà altri 3,18 milioni di dollari per contribuire a rilanciare il settore del caffè sudsudanese, a diversificarne il mercato di esportazione e ad accrescere il reddito delle famiglie dei piccoli agricoltori.

L’iniziativa, dunque, mira a triplicare i redditi ottenuti grazie al caffè e a migliorare la solidità degli insediamenti. Entro il 2019 il programma avrà formato 1.500 coltivatori sudsudanesi, almeno per il 25% donne, e avrà contribuito all’istituzione di nove impianti di lavorazione a umido di natura cooperativa.

LE TESTIMONIANZA DEI COLTIVATORI

«L’esistenza del programma in Sud Sudan ci ha aiutato a recuperare le piantagioni di caffè che avevamo perso durante la guerra – racconta Daniel Lomoro, coltivatore sudsudanese di caffè – . Da quando abbiamo iniziato ad occuparci personalmente delle piantagioni e a consegnare il caffè agli impianti di lavorazione a umido, le nostre vite sono completamente cambiate. Adesso possiamo permetterci di far frequentare ai nostri figli scuole migliori e di soddisfare le necessità basilari delle nostre famiglie. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza un’adeguata assistenza tecnica. Per la prossima stagione ho in programma di ampliare le mie piantagioni di caffè perché vorrei comprare un’automobile e costruire una casa dignitosa per i miei cari».

L’intuizione di Nespresso e TechnoServe, con il coinvolgimento adesso dell’USAID, si sta rivelando «senz’altro un valido sistema per risollevare le famiglie e la nazione, attraverso il quale possiamo fare qualcosa di buono – aggiunge Nicholas Taban Solomon, coltivatore del Sud Sudan – . Lo scopo è affrancarsi dalla povertà, che andrà via via riducendosi, all’insegna di una vita migliore. In futuro consigliamo a tutti di dedicarsi alla coltivazione del caffè, in modo da rilanciare il Paese».

Emiliano Moccia

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