Marino Niola, professore di antropologia all’Università degli studi di Napoli Suor Orsola Benincasa, parla dell’origine del concetto di bar che nasce nell’Ottocento dall’accelerazione che la borghesia imprenditoriale ha impresso ai ritmi collettivi per conciliare le esigenze della produzione, del consumo e delle relazioni umane senza sacrificarne nessuna.
Qui di seguito un estratto dell’approfondimento pubblicato da La Repubblica e la video intervista.
Un antropologo in cucina: all’origine dei bar
MILANO – Il caffè al banco è il più nazionale dei riti nazionali. Perché ricrea ogni giorno il legame sociale. Fa di noi un collettivo di anime sparpagliate ma unite dall’aroma dell’arabica, accomunate dalla chiacchiera da bar, con amici, conoscenti e sconosciuti.
Momenti che si sincronizzano, storie che si incrociano. Il bancone è un luogo di sincronizzazione fra il nostro bioritmo e il logorio della vita moderna, sempre più accelerata.
Se il caffè è la bevanda della modernità che converte il tempo in denaro, il banco è il simbolo di un ulteriore cambio di passo.
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