MILANO – Il caffè turco è stato riconosciuto ieri quale patrimonio dell’umanità dall’Unesco, l’agenzia delle Nazioni Unite che ha sede a Parigi.
Lo ha riferito la stampa turca spiegando che la commissione per la conservazione dell’organizzazione mondiale della cultura di Parigi ha deciso di iscrivere il Turk Kahvesi, da secoli popolarissima bevanda di tutto l’impero ottomano, nella lista dei beni appartenenti al patrimonio immateriale dell’umanità.
A questo proposito è naturale ricordare che il caffè espresso italiano non fa parte del patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco. Il motivo? L’agenzia delle Nazioni Unite, spiega che l’espresso non c’è semplicemente perché l’Italia non ha mai presentato la candidatura del caffè all’italiana.
Ricordiamo che oltre al caffè turco nella lista del patrimonio immateriale per l’Italia sono inclusi, tra l’altro, la dieta moditerranea e la liuteria cremonese.
Il caffè turco si prepara mettendo la polvere di caffè macinata molto fine dentro `l’ibrik´(foto), piccolo bricco in genere d’ottone assieme ad acqua, zucchero e talvolta spezie come il cardamomo a seconda delle tradizioni.
Grazie ad una tripla bollitura il caffè turco si presenta sciropposo e necessita di una decantazione di qualche minuto: quel che rimane sul fondo delle tazzine è oggetto di un metodo di predizione del futuro, la cosiddetta caffeomanzia, la lettura dei fondi del caffè praticata in Turchia e in tutta l’area balcanica.