giovedì 30 Gennaio 2025

L’ANALISI – La tempesta perfetta risparmia il caffè

Da leggere

  • Fiorenzato
  • Dalla Corte
  • TME Cialdy Evo
Demus Lab - Analisi, R&S, consulenza e formazione sul caffè

MILANO – L’anno appena iniziato potrebbe vedere il realizzarsi di un’evenienza alquanto rara: il declino contemporaneo di tutti i 9 indici chiave dei prezzi dei prodotti di base. Lo afferma la Banca Mondiale nel Commodity Markets Outlook, diffuso giovedì pomeriggio.

“Mentre i prezzi del petrolio hanno subito il calo più drastico – il terzo maggiore declino dalla fine della Seconda Guerra Mondiale- quelli delle altre commodity si sono gradualmente indeboliti negli ultimi mesi” osserva il report nelle sue prime pagine.

CIMBALI M2

Più del dettaglio, le quotazioni del greggio hanno perso il 55% in 7 mesi: dal massimo storico più recente di 108 dollari/barile, registrato a metà giugno, ai 47 dollari di martedì scorso.

“Qualora l’attuale discesa dovesse proseguire – continua l’Outlook – potrebbe superare i precedenti record negativi sui 7 mesi del 67% e del 75%, stabiliti rispettivamente nel 1985/86 e nel 2008.

A determinare questo scivolone, potenzialmente senza precedenti, quella che la World Bank definisce una “tempesta perfetta” scatenata dal verificarsi contemporaneo di una serie di circostanze:

  • il declino della domanda, in conseguenza del rallentamento della crescita mondiale;
  • la crescita della produzione di gas e petrolio da riserve non convenzionali;
  • l’apprezzamento del dollaro;
  • l’allentarsi delle tensioni geopolitiche in medio oriente;
  • i cambiamenti nelle politiche dei paesi Opec, maggiormente protese al mantenimento delle quote di mercato, che non a sostenere i prezzi.

L’arretramento è comunque una tendenza generale di fondo, che interessa l’assieme dei prodotti di base dall’inizio di questo decennio.

I tre principali indici dei prezzi delle commodity della WB – energia, metalli e minerali, nonché materie prime agricole – hanno subito infatti declini analoghi, tra inizio 2011 e fine 2014, perdendo nell’ordine il 37%, il 36% e il 35%.

E il trend si manterrà nel corso del 2015, con l’ampia offerta, la domanda ancora debole e il rafforzamento ulteriore del dollaro a incidere ancora negativamente.

In assenza di rivolgimenti improvvisi e considerando gli attuali scenari di riferimento si prevede che i prezzi del greggio si assesteranno a 53 dollari barile nel 2015: il 45% in meno rispetto alla media del 2014.

I prezzi dei prodotti alimentari, in flessione del 20% dal 2011, caleranno ancora del 4%, viste le buone prospettive per i raccolti.

“Le condizioni globali di domanda e offerta contribuiscono ad alimentare aspettative di prezzi bassi per tutti i 9 indici dei prezzi dei prodotti di base della Banca Mondiale” ha dichiarato Ayhan Kose, direttore del Gruppo sulle prospettive di sviluppo di WB.

Il forte ribasso dei prezzi del petrolio e del gas naturale farà scendere i costi di produzione dei fertilizzanti, in particolare di quelli azotati, che hanno nel gas naturale uno dei loro componenti di base. I prezzi dei fertilizzanti sono già scesi del 45% rispetto al 2011 e sono inferiori di oltre il 50% rispetto ai massimi storici del 2008.

Più in generale, i minori costi energetici andranno a vantaggio dell’intera filiera agroalimentare, che – contrariamente a quanto molti possono essere indotti a credere – assorbe 4-5 volte più energia rispetto al settore manifatturiero.

Oltre a rendere più economici i trasporti e le attività di trasformazione, il minor costo dei combustibili ridurrà la proporzione dei terreni agricoli destinati alle produzioni da biocombustibile, a vantaggio delle produzioni alimentari.

I prezzi dei prodotti agricoli hanno subito, nel quarto trimestre del 2014, un calo del 4,2%, risultando inferiori di quasi il 6% rispetto all’anno precedente. I tre principali indici – grani, oli e farine per alimenti e altri alimenti – sono in flessione rispettivamente dell’1%, 5% e 2%.

I prezzi delle bevande segnano un -3% sempre nel quarto trimestre, ma sono in crescita del 23% sull’anno, principalmente per effetto del rally degli arabica a inizio 2014.

“Il parziale indebolimento dei prezzi degli arabica a dicembre riflette le aspettative di un ritorno alla normalità a partire dal prossimo anno per quanto riguarda il raccolto brasiliano” sostiene il documento, senza però fornire statistiche o previsioni precise a sostegno di tale affermazione.

Le variazioni nei prezzi dei robusta durante l’ultimo trimestre sono state molto limitate – conclude il report – mentre i prezzi del cacao hanno segnato un -5,6% rispecchiando le aspettative di un’altra annata di produzione abbondante in Africa occidentale e il rallentamento della crescita economica in alcuni paesi consumatori, soprattutto in Europa.

Analogamente in calo del 5,6% anche i prezzi del tè, sui quali ha influito l’ampia offerta dall’India e da alcuni produttori africani.

CIMBALI M2
  • Gaggia brillante

Ultime Notizie

  • Water and more