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sabato 02 Novembre 2024
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L’amico italiano del signor Starbucks: «Se arriva non sbaglierà un colpo»

Aldo Lorenzi, il coltellinaio di via Montenapoleone, è un «guru» per Howard Schultz Il fondatore della catena Usa: ho imparato a servire bene i clienti nella sua bottega

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di Maria Teresa Cometto*
«Me lo immaginavo che Howard Schultz avrebbe presto aperto i suoi caffé in Italia e sono sicuro che, se lo fa davvero, non sbaglierà una mossa». Lo ha detto a CorrierEconomia Aldo Lorenzi (nella foto), il coltellinaio milanese che il fondatore di Starbucks venera come un guru della qualità del servizio al cliente. Alla storia della Coltelleria G. Lorenzi, Schultz ha dedicato parecchie pagine del suo libro «Onward» ovvero «In Avanti: come Starbucks ha lottato per la propria vita senza perdere l’anima».

«È venuto diverse volte a trovarmi ed era chiaro che voleva capire bene l’opinione di un italiano, di un milanese, prima di portare la sua azienda nel nostro Paese – racconta Lorenzi -. È molto intelligente, deciso a imparare dall’esperienza degli altri. Ho una grande stima per lui e credo che condividiamo molti modi di vedere il mondo degli affari».

Schulz ha detto di aver imparato lezioni fondamentali da Lorenzi: tutto quello che fai è importante per il tuo business; non sacrificare mai la qualità; non permettere mai che si affermi la mediocrità; il successo non è un diritto e devi sempre guadagnartelo.

Anche Lorenzi ha tratto ispirazione da Schultz: «Mi ha fatto notare come si possano fare scelte non solo secondo una logica economica, ma per amore. Ed è per amore che adesso sto continuando la mia attività, non più con il negozio, bensì con la sistemazione della mia collezione di rasoi e coltelli».

Lorenzi ha infatti chiuso l’anno scorso «Quella bottega di via Montenapoleone» (titolo del libro che ha scritto, insieme al giornalista del Corriere della Sera Gaspare Barbiellini Amidei, sulla storia del negozio fondato da suo padre nel 1929). Una decisione sofferta, che ha addolorato gli appassionati di lame e di pezzi artigianali unici per i quali il negozio era un luogo cult.

Ma Lorenzi spiega: «Pochi giorni fa ho compiuto 80 anni: ho voluto fermarmi mentre sono ancora in forma e non già in decadenza. Ora il mio futuro è catalogare gli oltre 3 mila pezzi della mia collezione per concludere la mia vita lasciando, a un museo o a un’altra istituzione, qualcosa di bello».L’amico italiano del signor Starbucks: «Se arriva non sbaglierà un colpo».

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