MILANO – Le notizie relative alla pubblicazione della monografia di IARC sul caffè nel prossimo maggio hanno suscitato ieri le prime reazioni.
In particolare è da registrare quella del Comitato Italiano del Caffè, associazione che rappresenta il comparto nell’ambito di AIIPA (Associazione Italiana imprese Prodotti Alimentari), che, attraverso un comunicato, desidera precisare che:
- Queste monografie periodiche di IARC rappresentano un’importante occasione di aggiornamento per tutta la comunità scientifica. Il Comitato Italiano del Caffè auspica che la raccolta dati avviata da questo importante ente di ricerca confermi, come risulta da una vastissima letteratura scientifica riportata a livello internazionale dalle analisi di ISIC (Institute for Scientific Information on Coffee), che il caffè è un prodotto sicuro che rientra pienamente in uno stile di vita attivo e in una dieta corretta e bilanciata (http://www.coffeeandhealth.org ).
- Il Comitato Italiano del Caffè accoglie con favore il fatto che IARC (International Agency for Research on Cancer) a distanza di quasi venticinque anni dalla pubblicazione del precedente esame (1990), intenda svolgere nuovi approfondimenti scientifici in tema di caffè, una tra le bevande non solo più amate ma anche più studiate al mondo. Il caffè, consumato quotidianamente in sicurezza per centinaia di anni, è parte della nostra alimentazione ed è uno dei componenti della dieta maggiormente studiati.
A titolo di documentazione ricordiamo che ci sono studi che sostengono che nelle persone sane, un consumo moderato di caffè, cioè 3-4 tazze al giorno, può avere un qualche effetto protettivo sul rischio di tumore del cavo orale/faringe, fegato (inclusa la cirrosi), endometrio e forse del colon.
Sulla vicenda registriamo registriamo che anche Anna Villarini, biologa e nutrizionista all’Istituto dei Tumori di Milano sostiene che il caffè sia «un alimento neutro».
«Per il momento non avrei motivo di non far bere il caffè – spiega l’esperta -. Due o tre al giorno al massimo, però». Quanto agli effetti negativi che potrebbe scovare l’Oms
Villarini sembra ottimista: «Avere aperto la raccolta di lavori non significa che ci siano solo notizie negative. Potrebbero assolvere il caffè una volta per tutte».
Da notare che la quasi totalità degli studi che hanno analizzato la relazione tra consumo di caffè e rischio di tumore, senza distinguere la sede del tumore, hanno trovato un’assenza di rischio.
Anche la mortalità per tumore in totale non è diversa tra i bevitori e i non bevitori di caffè.
In uno studio si accenna a un leggero aumento del rischio di tumore alla vescica provocato dall’uso del caffè, in altri si punta il dito sull’acrilammide, una sostanza tossica che si forma durante i processi di cottura ad alte temperature.