MILANO – Allarmismo? Di sicuro un argomento molto delicato abbinato ad posizione minoritaria sia in ambito tecnico sia scientifico: se ne sente parlare pochissimo.
Ma l’argomento non può essere nascosto.
Per questo pubblichiamo una specie di atto d’accusa sul furano, composto cancerogeno, contenuto che sarebbe contenuto nelle capsule sulla base di uno studio realizzato a Barcellona sulle capsule del mercato spagnolo.
Ma, contemporaneamente, ci siamo anche rivolti al numero uno mondiale del settore, Nespresso, che ha accettato di rispondere svelando che i suoi centri di ricerca che, l’argomento, non lo hanno mai trascurato.
C’è un pericolo nel caffè in capsule, è il furano conosciuto anche come furfurano o ossido di divinilene. Si tratta di un composto organico eterociclico aromatico, ottenibile per sintesi e per distillazione del legno e quindi anche del chicco di caffè. Il furano è forse cancerogeno e potrebbe causare tumori oltre una certa dose. Un pericolo per chi beve troppi caffè?
Consumare caffè in capsula aumenta il rischio di ingerire furano generalmente considerato un inquinante organico persistente, presente soprattutto quando cibi e bevande vengono sottoposti a trattamento termico.
Javier Santos, docente di chimica analitica all’Università di Barcellona, ha deciso di studiare attentamente la presenza di sostanze pericolose nel caffè.
Con un team di esperti ha quindi redatto il rapporto “Occurrence of furan in coffee from Spanish market: Contribution of brewing and roasting”, con il quale sono state messe in luce alcune criticità nella produzione e distribuzione del caffè nel mercato spagnolo.
Lo studio dell’Università di Barcellona, pubblicato sulla rivista scientifica Food Chemistry, ha analizzato le diverse modalità di somministrazione della famosa bevanda: in polvere, solubile e in capsule, rilevando come nel caffè in capsule le dosi di furano siano più elevate rispetto ad un caffè fatto in maniera tradizionale.
Stilando una classifica approssimativa di contenuto di furano per le diverse tipologie di caffè, si ottiene:
· caffè in capsule, 117-244 nanogrammi per millilitro;
· caffè preparato con macchinetta tradizionale, 20-78 ng/ml;
· decaffeinato, 15-65 ng/ml;
· caffè solubile, 12-35 ng/ml.
Secondo il Professor Santos «la ragione di questi alti livelli è dovuta al fatto che le capsule ermeticamente sigillate impediscono che il furano, che è altamente volatile, si disperda».
Nonostante i dati preoccupanti, il team di studiosi rassicura gli amanti del caffè, dato che i livelli di sostanze nocive riscontrate sarebbero tali da non essere ritenuti dannosi per la salute umana.
Resta comunque il fatto che, insieme al black gold, il corpo assorba, in dosi variabili, furano.
Ciò potrebbe orientare i più assidui bevitori a scegliere l’opzione più sicura possibile.
Come sottolineato soprattutto in merito alle dosi di cibo radioattivo che una persona può ingerire in “tutta sicurezza”, il dubbio sorge in merito alla possibilità di accumulo di queste sostanze nel nostro organismo: se i tecnici sono certi che, per essere pericoloso, il furano dovrebbe essere ingerito in quantità molto elevate (circa 20 caffè al giorno), ben poco ci dicono sul rischio di accumulo.
Ricordiamo che il furano è un liquido chiaro e incolore, molto volatile ed altamente infiammabile, con un punto di ebollizione vicino alla temperatura ambiente.
È tossico e può essere cancerogeno, viene infatti generalmente considerato un inquinante organico persistente.
I dibenzofurani policlorurati, come il TCDF, sono composti derivati del furano assimilati alle diossine.
Benché lo studio, a quanto pare, metta in allarme solo per il caffè contenuto nelle cialde, indica che anche un comune espresso contenga una quantità di furano (43-146 ng/ml) vicina a quella delle cialde.
Questo vuol dire che il furano è presente in tutta la produzione di caffè.
Ad oggi non sappiamo quanto di questa sostanza tossica il nostro organismo possa tollerare.