MILANO – Laetitia Mukandahiro è una ben nota e riconosciuta professionista dalla community del caffè a livello mondiale. Nata e cresciuta in Rwanda, ha lavorato per la Rwanda Smallholder Specialty Coffee Company (RWASHOSCCO), per la nota azienda di esportazione BufCoffee e, attualmente, è una dei fondatori e proprietaria della sua comagnia IkawaHouse. Ma è ancora tanto altro: Laetitia Mukandahiro è anche una Q Grader certificata e ha ricoperto il ruolo di giudice in molte gare internazionali di Cup of Ecellence. Con lei abbiamo raccontato il suo viaggio in questo settore.
Laetitia Mukandahiro: chi è? Un’assaggiatrice, una barista, una giudice internazionale, una torrefattrice o, più semplicemente, un’amante del caffè?
“Sono ruandese, nata e cresciuta in un villaggio a nord della provincia del Rwanda. Sono sposata e ho due figli: un bambino di 6 anni e una bambina di 5. Il caffè è la mia vita, la mia passione. Sono un’assaggiatrice dal 2004 e ho partecipato alla Rwanda cup of excellence più volte sia come giudice nazionale che internazionale. Non ho mai lavorato in altri settori.”
Qual è stato il primo incontro di Laetitia Mukandahiro con il caffè e come poi è diventata la sua professione
“Sono nata in una famiglia di coltivatori di caffè e, non appena ho terminato le superiori, mi sono unita alla cooperativa Dukundekawa Musasa, della quale mio padre era un membro. Così ho iniziato a lavorare asciugando i tavoli e, dopo una settimana sono passata all’allenamento del cupping in un periodo in cui tutti erano spaventati dalla caffeina. I miei amici volevano fermarmi e continuavano a ripetermi che non era buono per la mia salute. Ma io mi sono rifiutata di ascoltarli.
Dopo quelle sessioni ero diventata la prima della classe e così sono stata assunta dalla Rwanda Small Holders Speciality coffee company come capo degli assaggiatori. Così mi sono pagata i miei studi universitari: oggi ho una laurea in economia. Dopo la Rwashossco, ho lavorato per Kznoir nel 2011 e dopo 5 anni, ho cambiato passando a Bufcoffee. In seguito a quest’ultima esperienza ho deciso di mettermi alla prova, avviando una mia attività chiamata IkawaHouse: un centro di allenamento che offre controllo della qualità e servizi di marketing ai produttori di caffè.”
Quali sono le condizioni delle donne che coltivano caffè in Rwanda?
Laetitia Mukandahiro:”Le donne qui stanno sempre più facendo parte della vita delle piantagioni. Molte di loro hanno i loro appezzamenti e altre hanno fatto gruppo costituendo delle cooperative al femminile. Altre ancora possiedono e sono a capo di grandi compagnie del caffè.”
Laetitia Mukandahiro, racconta un po’ del suo attuale lavoro
“Ora sto lavorando nella mia impresa come direttore delle operazioni e condivido l’aziendacon un’altra persona, Uzziel Habimana, il co-fondatore. L’idea originale prevedeva solo un centro di allenamento. Ma dopo tre mesi abbiamo capito che avevamo bisogno di lavorare con i piccoli produttori anche in termini di assistenza tecnica come per il controllo qualità, gli esperimenti, la produzione di micro e grandi lotti). Così da aiutarli anche nel marketing , nella logistica delle esportazioni, nei trasporti. Ci impegniamo ogni volta di far giungere nei tempi prefissati il loro carico.
Non abbiamo dimenticato di sostenere gli importatori per trovare caffè trasparenti, costruiti su relazioni sostenibili con tutti i partner.”
Lei è anche una Q-Grader, un importante traguardo: come è riuscita a raggiungerlo?
“Sono una Q-Grader dal 2009 e ho rinnovato questa qualifica ogni tre anni. E’ un riconoscimento piuttosto significativo tra quelli che ho guadagnato.”
Quali sono i suoi prossimi obiettivi e come vede la sua carriera futura nell’industria che verrà?
“Amo imparare nuove culture del caffè ed essere ispirata dalle leggende del settore. Il mio obiettivo è quello di lavorare sempre più duramente, superando i limiti e infrangendo le regole per mostrare al mondo che come donne possiamo farcela.
Sogno di costruire una comunità del caffè che sia sostenibile, attraverso il mio centro di allenamento specialmente rivolgendomi alle giovani generazioni di produttori. Vorrei anche che la mia azienda sia il punto di riferimento di questi nuovi profili. Un luogo dove la comunità del Rwanda e il resto del mondo possa amare trascorrere almeno un minuto del proprio tempo, godendosi una buona tazza di caffè.”
L’intervista originale in inglese, a questo link.