MILANO – La via del tè, un’impresa legata a doppio filo al mondo di questa bevanda portata in Italia, dove ancora ha tanto spazio per crescere: questo brand di famiglia però, ha aperto la strada verso un consumo più consapevole e rivolto alla qualità del prodotto infuso ed è per questo stato scelto da altre realtà di eccellenza come rifornitore: uno fra tutti, Babingtons a Roma.
Racconta la storia dietro questa attività, Giulia Marcucci, figlia del fondatore de La via del tè, Alfredo Carrai.
La via del tè ha scelto un prodotto così poco diffuso nella Patria dell’espresso, ancor più in foglie e non in bustina. Come mai?
“L’azienda nasce nel 1961 dalla visione di mio padre, Alfredo Carrai, che vide un grande potenziale nel tè, all’epoca ancora poco diffuso e limitatamente a poche tipologie di tè nero, per lo più a foglia spezzata, che danno colore velocemente in tazza ma che non garantiscono le stesse sfumature e complessità di aroma e sapore del tè foglia intera, il grado migliore del tè.
Si deve ad Alfredo, l’introduzione sul mercato italiano dei grandi tè verdi da Cina e Giappone, del tè bianco, dei tè Oolong, giusto per fare qualche esempio. Alfredo, all’epoca giovanissimo, era talmente innamorato di questa bevanda antica, alleata del benessere e ricca di fascino, da non temere la sfida, poi pienamente vinta.”
Come si è evoluto questo mercato dal 1961 quando è nata La via del tè, sino a oggi?
“Oggi il tè è un prodotto in continua crescita nei consumi sia in casa che fuori casa e gli italiani sono molto più consapevoli della bevanda e della sua preparazione. Soprattutto le generazioni tra i 24 e i 40 anni apprezzano il tè nelle sue innumerevoli sfumature e nella sua versatilità e ne fanno una bevanda di uso quotidiano. Siamo molto lontani dagli inizi, quando il tè in Italia era bevanda da “vecchie signore” anglofile o panacea per il mal di stomaco.”
In che modo avete creato la vostra rete? Avete stretto contatti diretti con i coltivatori? E da quali Paesi importate?
“La voglia di approfondire la cultura del tè ha portato mio padre a studiare e a compiere numerosi viaggi alla ricerca dei tè più rari, dei migliori raccolti. Sembrano pagine di un libro di avventure i primi viaggi di Alfredo in Cina, in mezzo a mille difficoltà, alla ricerca dei tè bianchi o dei tè pregiati dello Yunnan, le prime difficili contrattazioni con le piantagioni di Darjeeling, l’emozione provata nell’assaggiare il primo Gyokuro.
I primi contatti sono stati creati all’epoca e passati poi a noi figli. Importiamo tè dei principali paesi produttori, dalla Cina all’Africa al Nepal.”
Come funziona la filiera del tè per arrivare sino in Italia?
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“Il tè viene prodotto stabilmente in oltre 40 paesi del mondo, raccolto a mano o a macchina più volte l’anno secondo le fasce climatiche e l’altitudine e lavorato direttamente nei paesi d’origine. Le fasi della produzione cambiano in base alla tipologia di tè (bianco, verde, nero, oolong, giallo, fermentato o aromatizzato) ed alla categoria che ha le proprie fasi specifiche.
I principali Paesi produttori sono Cina, India, Kenya e Sri Lanka, che insieme rappresentano oltre il 75% della produzione mondiale. Sebbene sia stato coltivato principalmente in Asia fino alla fine dell’Ottocento, la crescente domanda ha diffuso la coltivazione del tè in tutto il mondo, portando a più di 40 paesi produttori. Circa 13 milioni di persone sono impiegate nell’industria del tè a livello globale, di cui 9 milioni sono piccoli agricoltori, mentre il resto lavora nelle grandi tenute di tè in Cina, Sri Lanka e Kenya.
Queste tenute rappresentano oltre la metà della produzione mondiale di tè. Piccole piantagioni di tè sperimentali però si trovano in tutto il mondo, anche in Italia. Negli ultimi anni abbiamo stretto una partnership con la piantagione sperimentale di tè di Premosello, vicino al Lago Maggiore e stiamo producendo e commercializzando per il terzo anno un tè nero ed un tè verde.
Ecco, questa è davvero una filiera corta, dalla pianta alla tazza. Certo, non si riescono a produrre grandi quantitativi, ma è un piccolo passo avanti. Noi acquistando fondamentalmente tè foglia intera, non passiamo ovviamente dalle aste del tè, riservate quasi del tutto a tè di grado inferiore, grandi quantitativi, destinati alla grande distribuzione e alle bustine in carta.
I produttori nostri fornitori o i broker ci spediscono i campioni dei nuovi raccolti insieme alle analisi di laboratorio. Se risultano in linea con i nostri standard di qualità, sicurezza, prezzo, fissiamo dei contratti di acquisto e importiamo i tè.”
Quanti come voi hanno scelto di specializzarsi in questi prodotti in Italia?
“Direi che la nostra azienda ha fatto da apripista a tante realtà, tutte più piccole di noi, che rimaniamo il brand di riferimento.”
Vendete più in Italia o all’estero?
“La proporzione è di un 15% estero e 85% Italia, ma abbiamo cominciato le esportazioni una decina di anni fa e stiamo crescendo anno dopo anno, a conferma dell’apprezzamento della qualità dei prodotti, delle nostre miscele e del packaging.”
Vendete soltanto tè in purezza?
“No, la nostra azienda è specializzata anche nella creazione di miscele di tè profumate, infusioni e tisane che lavoriamo giornalmente nei nostri stabilimenti vicino a Firenze. Il tea blending è una vera e propria arte e le nostre miscele, dal gusto mediterraneo, sono molto apprezzate, sia in Italia che all’estero.”
Quanto è ricettivo l’horeca e quanto invece il consumo domestico rispetto al tè in foglie?
“Tutti e due senza dubbio sono ricettivi. Abbiamo una forte presenza soprattutto nell’hotellerie di lusso, dove anche l’offerta delle infusioni deve essere al livello di struttura e servizio. Gustare una tazza di tè preparata con il tè foglia intera è un’esperienza coinvolgente per tutti i sensi. Bastano pochi strumenti, una teiera o una tisaniera dotata di filtro e in pochi minuti il tè è pronto.
Per coniugare funzionalità e qualità, abbiamo comunque delle linee di tè foglia intera in filtro di cotone biodegradabile o in filtro biodegradabile in tessuto trasparente ricavato dal mais, pensate appositamente per rendere più semplice la preparazione del tè in foglia intera.”
Avete intenzione di espandervi oltre Firenze nel prossimo futuro?
“Facendo riferimento ai nostri punti vendita diretti, oltre ai tre di Firenze, ne abbiamo uno a Torino e tre a Milano, l’ultimo aperto a febbraio 2024 in via della Spiga, tutti gestiti dall’azienda. Per possibili altre aperture, in Italia ci piacerebbe Roma.”
Chi viene di solito nei vostri punti vendita? C’è ancora tanto bisogno di fare comunicazione attorno a questa bevanda?
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“La tipologia di clienti dei nostri punti vendita è molto vasta. Il tè è una bevanda universale e trasversale: c’è chi lo apprezza come bevanda salutare, chi come piacevolissima bevanda di uso quotidiano, chi come bevanda gourmet.
Certamente c’è ancora bisogno di fare comunicazione e diffondere la cultura del tè. Ancora c’è chi non conosce le differenze tra tè verde e tè nero e prepara tutti i tipi di tè indistintamente nello stesso modo, giusto per fare un esempio. C’è ancora bisogno di formare gli addetti ai lavori, chi il tè lo vende e lo prepara.
Da oltre 25 anni ci occupiamo anche di questo aspetto nella nostra sede, dove abbiamo un’aula attrezzata con postazioni individuali e dove formiamo gli staff di alberghi e ristoranti e ovviamente i rivenditori specializzati.”
E’ un ulteriore ostacolo da superare quello di vendere soltanto tè in foglie e non in bustina?
“Come spiegavo prima, avendo anche linee di tè foglia intera in filtri di tessuto, non è questo un problema. Inoltre, chi conosce e consuma il tè non ha problemi nella preparazione del tè foglia intera, tutt’altro. Il tè è un momento tutto per sé e i pochi minuti occorrenti per prepararlo, la teiera e la tazza preferita, il profumo che si sprigiona dalle foglie in infusione, lo trasformano in un piccolo rito personale.”