Con mia grande sorpresa dopo il servizio di Report , che ha mio avviso è la verità indiscutibile, che noi tutti conosciamo e che ci ostiniamo a negare , ecco scendere in campo i sapientoni ( perdonatemi il tono sarcastico ) che per difendere l’indifendibile , si arrampicano sugli specchi con discorsi che sanno più di filosofia o di pura teoria, ma hanno poco di realistico, per non parlare dei vari presidenti della FIPE che minacciano querele e che per giustificare gli esercenti , si difendono con frasi preconfezionate “ se il cliente ritorna vuol dire che è buono “ omettendo magari di dire che il livello e così basso, che il consumatore ormai si è assuefatto e che forse tra i locali non vi è nessuna differenziazione qualitativa.
La verità la sappiamo tutti quale è , io ho 35 anni di esperienza , ed in questi 35 anni ho visto abbassare notevolmente la qualità dei caffè prodotti e venduti e nello stesso tempo in modo proporzionale aumentavano i “ servizi “ offerti ai clienti , con particolare riferimento a quelli finanziari , che ha mio avviso sono il vero cancro del settore, molti colleghi torrefattori hanno lasciato la via della qualità per intraprendere quella della speculazione finanziaria , spesso non legale e piena di tanti lati oscuri , e la ricerca ossessiva della fidelizzazione del cliente , con contratti capestro e con norme in chiara violazione di legge, ha portato ad un abbassamento delle qualità e una massimizzazione degli utili.
E’ ovvio che se al cliente si prestano dei soldi , in cambio di titoli, gli fai un contratto capestro, lo obblighi al consumo esclusivo di quella determinata miscela al prezzo imposto ( spesso di listino senza nessuna scotistica ) , metti delle clausole con penali ( anche di 5 euro per kg ) nel caso di consumi inferiori a quando previsto nei contratti , addirittura vi sono dei contratti che prevedono l’obbligo che nel caso in cui il locale venga ceduto a terzi , questi rimangono obbligati nei vincoli del proprietario precedente , siamo alla follia pura , il tutto per fidelizzare il cliente e poi vendergli quello che vuoi anche ceci tostati al posto di caffè , ecco in realtà ed in pratica quello che succede , una volta che il torrefattore ha fatto la sua operazione speculativa , vende al proprio cliente la qualità che vuole , spesso pessima , tanto il cliente è incastrato.
E’ questa la nuda è cruda realtà , dove alcune torrefazioni per fidelizzare la clientela hanno usato sistemi poco chiari facendo una concorrenza sleale a chi , come me passava intere giornate in laboratorio per migliorare il proprio prodotto , e poi alla fine quando ti recavi dal cliente , la prima cosa che egli ti chiede “ cosa mi dai o quando mi dai ( in denaro ) perché io usi il tuo caffè “ di qualità neanche se ne parla , tanto molti gestori di bar sono convinti che il caffè è tutto uguale e che il consumatore non capisce nulla.
Ed allora santa pazienza , vai alla ricerca di quei gestori che vogliono solo la qualità , che non vogliono essere “ schiavi “ di nessuno , che vogliono un rapporto trasparente e di collaborazione con il proprio torrefattore , ma sono poche mosche bianche in un oceano di mosche nere , d’altronde anche nel servizio di Report il gestore del noto locale Napoletano lo dice candidamente , “ se vuoi a Maradona in squadra lo devi pagare “ .
In conclusione voglio spendere due parole anche per il caffè che viene esportato, la mia azienda viste le enormi difficoltà ( in considerazione di quando detto sopra ) che incontra nel lavorare sul territorio Italiano , da parecchi anni si è internazionalizzata, e siamo presenti nei mercati nord Europei, ebbene da qualche anno assistiamo ad un fenomeno che sta distruggendo l’immagine del caffè espresso Italiano , non solo alcuni noti marchi vogliono applicare il sistema di fidelizzazione Italiano anche all’estero , con le conseguenze che tutti conosciamo , ma vi è anche il fenomeno del caffè a bassissimo costo e di infima qualità , vi dico solo 2 numeri , in Germania è stato proposto del caffè a € 3,50 per Kg , quando le quotazioni di borsa di una mediocre robusta erano di €. 1,60, lascio a voi ogni considerazione nel merito.
Cosa è necessario fare per ridare credibilità e qualità al settore ? Innanzitutto bisogna fare la stessa autocritica che 20 anni fa fece il settore vinicolo dopo lo scandalo del vino artefatto, praticamente la categoria ammise le proprie colpe e ricomincio a ricostruire la propria immagine basandosi solo sulla qualità , ma io ritengo che anche il legislatore deve fare la sua parte con delle leggi chiare e precise , su quelli che sono i rapporti commerciali tra torrefattore e cliente , e vietare in qualsiasi forma , finanziamenti , sconti anticipati , posticipati, o qualunque contratto che possa porre un vincolo esclusivo al consumo di un solo tipo di prodotto . Solo in questo modo ritornerà di moda la qualità, quando la concorrenza non verrà fatta su chi offre più soldi, ma su chi offre la migliore qualità.
Salvo