Un totale investito di 26,5 milioni di euro volto a finanziare il cacao caraibico è confluito nel conto corrente dei promotori di quel che si è rivelato un raggiro a Roma. È questa la ricostruzione della Procura, che accusa gli ideatori del business di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e di abusivismo finanziario. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Giulio De Santis per il quotidiano Il Corriere della Sera.
Il raggio del cacao caraibico
ROMA – Il cacao e le piante tropicali di Santo Domingo prodotti dalla società Fruit and Cocoa come fonte di guadagni sicuri. Con questa promessa 80 romani hanno investito dai 30mila ai 330mila euro, al tasso di interesse garantito del dieci per cento. Solo che il denaro versato dagli investitori, anziché finanziare il cioccolato caraibico, è confluito nel conto corrente dei promotori del presunto raggiro, che avrebbero accumulato un tesoretto di 26,5 milioni. Solo in piccola parte restituito.
L’accusa: associazione a delinquere
È questa la ricostruzione della Procura, che accusa gli ideatori del business di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e di abusivismo finanziario. Quattordici gli imputati che rischiano di finire sotto processo dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm Mario Dovinola. Alessandro Pitzianti (difeso dall’avvocato Alessandro Tomaselli), Simone Pezzini, Giacomo Sansoni e i figli Maura e Massimo formanoil gruppo che da Ascoli Piceno, nelle Marche, avrebbe creato i presupposti dell’asserito raggiro.