MILANO – Continua a mordere la crisi: da tendenza a cronaca. La conferma alla recente presentazione della Guida ai Bar d’Italia 2014. Il fatto è che, salvando soltanto la colazione, gli italiani rinunciano quindi al tradizionale bis del caffè e alla pausa pranzo, ma anche all’aperitivo e alla cenetta romantica.
Secondo i dati della Fipe-Confcommercio, il settore della ristorazione nel 2012 ha segnato un saldo negativo di quasi 10 mila imprese, tra ristoranti e bar, e nel 2013 continua il trend con il meno.
Se analizziamo il fenomeno, comprendiamo anche la sofferenza del settore: se chiudono le imprese – e sono moltissime quelle che hanno chiuso i battenti dal 2008 ad oggi – soffrono anche i locali nei dintorni. Sono le aziende, infatti, a creare l’indotto attorno alle loro sedi.
Meno lavoratori nei paraggi, quindi, meno coffee breack e lunch coi colleghi. I dipendenti che conservano il posto di lavoro, si industriano sempre più spesso coi pasti portati da casa. Non a caso impazzano le trasmissioni tv sulla gastronomia: dalla pasta a mano ai dolci super decorati, si possono organizzare domestici aperitivi e cenette intime.
Chi in questi ultimi anni ha puntato tutto sul cibo, in molti casi ha dovuto chiudere in tempi record: “Nel 2012 le imprese che hanno avviato l’attività sono state oltre 16.000 con un numero di cessazioni di 25.678, facendo registrare un saldo negativo di 9.345 imprese” ha spiegato il presidente di Fipe, Lino Enrico Stoppani.
E la “strage” di bar e ristoranti non finisce qui: nel 2013 “prosegue il trend negativo nel primo semestre hanno avviato l’attività 9.985 imprese mentre 14.871 l’hanno cessata”, prosegue Stoppani. Il saldo quindi è di -5 mila circa tra cessazioni e aperture.
