MILANO – È una tendenza. I Paesi in via di sviluppo nel 2012 hanno consumato il 10 per cento di caffè in più rispetto all’anno precedente. Così come ha fatto sapere l’Organizzazione Internazionale del Caffè, citata dal giornale Rbc Daily, si tratta di uno degli aumenti più consistenti nella storia di questi territori.
A bere più caffè sono soprattutto i russi e i cinesi, anche se la bevanda continua a essere molto più popolare in Europa e negli Stati Uniti.
In questi Paesi le forniture di chicchi di caffè sono aumentate dai 25,4 milioni del 2011 ai 27,9 milioni del 2012: l’aumento della popolarità del caffè in Russia, così come in Cina, secondo gli esperti sarebbe effetto dell’urbanizzazione e dell’aumento del reddito della popolazione.
La tendenza indica che in queste zone però vengono acquistati perlopiù caffè solubili.
“La Russia è uno dei più significativi consumatori di caffè nel mondo in via di sviluppo”, fanno sapere dall’Organizzazione Internazionale del Caffè.
Nel periodo compreso tra il 1997 e il 2011 la Russia ha importato mediamente fino a 3 milioni di sacchi di caffè.
A fare la parte del leone però è il caffè solubile, che copre quasi l’80 per cento di questo mercato. La Federazione importa le materie prime soprattutto dall’India (23 per cento). Ma anche dal Brasile (16,8 per cento), dal Vietnam (6,9 per cento) e dall’Indonesia (3,1 per cento).
Allo stesso tempo gli europei e gli americani restano abituati alla classica e immancabile tazza di caffè al mattino. Ma, negli ultimi tempi, stanno perdendo interesse nei confronti di questa bevanda.