MILANO – La tazza che molti utilizzano in ufficio o a casa e che spesso viene dimenticata per giorni sulla scrivania non ha bisogno di essere lavata: parola di un esperto di malattie infettive, Jeffrey Starke, professore al Baylor College of Medicine.
Intervistato dal Wall Street Journal, ha spiegato che evitare di sciacquare la tazza. Perché è sempre l’opzione più igienica, eccetto in due casi. Quando è stata condivisa o è entrata in contatto con qualcun altro e quando, al suo interno, si trovino residui di zucchero o di latte, che possono causare muffa.
Il punto di vista del professore sembra andare controcorrente rispetto all’opinione comune. Siamo, infatti, abituati a lavare e addirittura a disinfettare gli utensili d’uso quotidiano per tenere sempre alla larga i batteri. La sua affermazione, invece, ci riporta alla realtà. “Ricordate che la maggior parte dei germi provengono dalla persona che usa la tazza”, ha spiegato l’esperto.
Dove si annidano i batteri
A volte anche lavare gli oggetti utilizzando spugne e simili può rivelarsi poco igienico. “La spugna che possiamo avere in cucina, che reperiamo in ufficio o negli ambienti comuni, ha probabilmente una quantità di batteri molto più alta di qualsiasi altra cosa che possiamo avere intorno”, ha affermato.
Chi rinuncia a sciacquare la propria tazza per pigrizia e l’abbandona sul tavolo per giorni ha qualche ragione in più per farlo. Preoccuparsi e cercare di tenere pulita la propria fedele compagna di scrivania serve, ma fino ad un certo punto. Molto meglio custodirla gelosamente e assicurarsi che nessuno la tocchi.