domenica 22 Dicembre 2024
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La storia: sapessi com’è strano fare colazione a Porano

Cronaca speciale di una giornata passata al bar Baraonda

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PORANO (Terni) – Uno pensa che a Porano è diverso. Certo per molti aspetti Porano e il bar Baraonda rappresentano un caso speciale. Del tipo che hanno quattro o cinque santi protettori, hai visto mai che qualcuno non funziona, e che per le feste fanno i fuochi artificiali a mezzogiorno, così nessuno li vede e si sentono solo i botti, e magari manco li fanno i fuochi artificiali e dunque ci vorrebbe una commissione artificiale di inchiesta.

Ma per altri aspetti Porano somiglia a molte città più grandi, ti senti a casa di tutti. Senza essere a casa di nessuno. Ma a Porano puoi trovare un bar dove ti senti a casa. Bar Baraonda, e si doveva chiamare devil’s bar che sarebbe il bar del diavolo ma il potere ecclesiastico si oppose e il nome fu cambiato.

Il Bar Baraonda

La mattina al Baraonda trovi sempre il medico in pensione, il prete in funzione, qualche assessore che va sempre di corsa, e i carabinieri della vicina Caserma, di fronte ai quali alzo sempre le mani e mi dichiaro pronto a costituirmi.

Rispetto agli antichi punti di incontro di paese manca soltanto il farmacista, ma solo perché la farmacia non abita più nella Porano vecchia, dove abito io e dove furoreggia Bar Baraonda, che non è barbara onda, ma onda accogliente.

Tutti conoscono tutti, il personale sempre cortese conosce i gusti di tutti i clienti, e li asseconda, gentilmente ruffiano. Sanno che io, per fare un esempio, prendo un cappuccino complicato: prima una base di cacao, poi il caffè, poi tutto viene mescolato prima di versare il latte, e sopra altro cacao; e se a servirmelo è una donna, spesso riesce a fare con il cacao il disegno di un cuore.

Il Bar serve anche da punto di incontro della informazione: televisione, i giornali locali aperti alla pagina di Orvieto, lo scambio delle informazioni personali, i pettegolezzi che fanno la cronaca vera, della serie che nello sparlare qualcosa di esatto emerge sempre.

E poi un espediente gustoso, raffinato: la pasticceria, sempre fresca, viene portata direttamente all’alba dal migliore bar di Orvieto, tanto per non fare nomi dal bar Montanucci.

Così si realizza soavemente una sorta di centralismo democratico della pasticceria. Scusatemi se insisto, e se parlo di una faccenda personale, ma credo che parlare anche di queste delicate minuzie faccia parte di un costume di parlare di quello che fa la vita, anche se sembra marginale.

L’atmosfera

Mi viene fatto di paragonare l’atmosfera del Bar Baraonda con due altri tipi di atmosfera: l’atmosfera del bar di città, dove ti senti perso tra la gente, ti senti anonimo e spersonalizzato, sei semplicemente un consumatore. Confortato, se ti viene bene, da un sorriso meccanico e anche esso spersonalizzato.

Al Bar Baraonda senti, almeno io sento, che se ti viene fatto un sorriso viene fatto proprio a te, a te come persona, e non a te perché sei, poni il caso, l’avvocato.

Al Bar Baraonda le gerarchie sono soppresse, ma non per via di un familiarismo cialtrone, quanto semmai, per via di una sottile comunanza. Ho frequentato anche altri bar di paese: e quasi sempre mi sono sentito infastidito dalla mancanza di garbo: quasi che il considerarti uno di casa voglia violare comunque la tua privatezza.

Al Bar Baraonda sanno fare il miracolo di unire garbo a cortesia, sanno evitare che la cortesia divenga sbracata compartecipazione, utili esclusi. Un Bar dove tutto è ben dosato: il caffè come il sorriso, la battuta spiritosa con l’assenza di volgarità, la gentilezza con l’assenza di ruffianesimo.

Vale la pena di andare presto al Baraonda, nei giorni di scuola: le mamme che hanno appena accompagnato i figli alla vicina scuola, si siedono ai tavolini del bar, numerose e ciarliere, mai chiassose.

Ed anche questo particolare accresce il fascino discreto del Bar Baraonda. Dove posso permettermi di giocare la mia scarsa religiosità con un parroco che mi conosce e non si offende; dove posso discutere di politica senza filosofemi, parlare di quella politica spicciola che è la politica vera, quella che ancora vale, mentre la politica alta è in alto e in altro mare.

E dove ti capita di incontrare i vip che abitano i dintorni di Porano, e che al bar smettono di essere vip, calandosi volenti o nolenti in una situazione veramente democratica.

E dove le signore dietro il bancone sono tutte belle nella loro gentilezza, il che non guasta: della serie cherchez la fèmme. Domani voglio vedere se mi fanno pagare il complicatissimo cappuccino e la pasta made in Montanucci.

Fausto Cerulli

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