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venerdì 22 Novembre 2024
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La storia di Giulia Candini, la barista goriziana che disegna nelle tazzine

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GORIZIA — Un cigno in tazzina. Era il giorno in cui Galleria Bombi venne riaperta al traffico e il sindaco Rodolfo Ziberna si concesse, assieme al suo staff, una veloce pausa-caffé al bar Vittoria.

E il suo stupore fu enorme nel vedere “disegnato” con la tecnica della “Latte Art” un bel cigno, perfetto e ben proporzionato.

La barista-artista è la goriziana Giulia Candini, ragazza solare e sempre con il sorriso stampato sulle labbra che lavora nel locale di piazza Vittoria.

Le decorazioni a base di latte su un caffè non sono solo belle. Ma denotano anche una certa abilità e contribuiscono a rendere ancora più piacevole il suo aroma.

«Avevo appena diciassette anni – ricorda Giulia – quando ho voluto mettermi alla prova a Castelreggio ed è proprio lì che mi sono innamorata di quello che poi è diventato il mio mestiere. Per anni, ho pensato che i compiti del barista fossero sorridere ai clienti ed essere il più cortese possibile. Ora, invece, oltre a questo mi rendo conto di quanto sia importante la qualità dei prodotti che si propongono. Durante la mia carriera, ho avuto molti colleghi e a ognuno di loro ho “rubato” qualcosa.

Proprio così: quello del barista è uno di quei mestieri dove si migliora rubando con gli occhi». In più, fondamentali sono stati gli altri ingredienti, quelli caratteriali. «Sono curiosa, testarda e determinata», sorride Giulia.

Allieva dell’Italian barista lab di Goriziana Caffè

E ricorda come da una persona in particolare (Roberto Vida) sia nato in lei l’interesse verso la caffetteria. «Proprio lui, mi ha indirizzato verso l’Ibl (Italian barista lab): una scuola a 360 gradi gestita da Ivo Filigi all’interno della torrefazione “Goriziana caffè”.

Fortunatamente, il mio lavoro è una vera e propria passione ed è proprio questa a spingermi nel voler sapere di più. Ormai sono due anni che coltivo questo interesse verso la caffetteria».

La tazzina si popola di forme e figure

E così, con strabiliante capacità, Giulia ama stupire la sua clientela realizzando decorazioni con il latte. Certo, non sempre c’è il tempo per dare libero spazio alla creatività ma quando il ritmo del lavoro non è ossessivo, la tazzina si “popola” di forme e figure.

«Tutti noi al bar chiediamo un caffè. Ma dietro a quella tazzina c’è un mondo – rammenta Giulia -. È affascinante sapere dove e come è stato raccolto, a quale specie appartiene, come si modifica a seconda dei diversi livelli di tostatura, le quantità da usare per garantire un buon prodotto finale, la cura verso il bene strumentale e, quindi, la macchina del caffè. Tutto questo ti rende un barista professionista! Supportata e sopportata da Ivo Filigi, Antonio Crobe e Mitja Rogelja ho voluto specializzarmi dapprima nella caffetteria base, poi nella Latte Art. E, successivamente, nelle varie estrazioni internazionali del caffè che sfortunatamente stentano ad arrivare nella nostra cittadina».

Ma, in particolare, la barista è rimasta letteralmente affascinata dalla Latte Art e quindi dalla possibilità di decorare il caffè con una crema di latte montato a perfezione attraverso il versaggio.

A scuola da Andrea Antonelli

«È diventata la mia una vera e propria malattia – sorride -. Volendo continuamente migliorare, ho raggiunto Andrea Antonelli, cinque volte campione italiano di Latte Art e quinto ai Mondiali. Sono andata a Cremona nella sua “Street Coffee School”: due giorni intensi nei quali chiunque avrebbe gettato la spugna ma, l’ho già detto, sono testarda e volerlo sorprendere e ricredere è diventata la mia missione.

Poi, ho voluto incontrare Elisa Urdich, un’altra nostra campionessa, in quello che a mio avviso è un vero paradiso per gli amanti e appassionati di caffè. “Taste coffee and more”, ecco come si chiama il suo locale, in centro a Treviso. Lavora solo con caffè mono-origine e si può degustare caffè filtro quindi V60, Chemex, Cold Brew ed ancora Moka, Aeropress».

Innamorata del proprio lavoro

Giulia è davvero innamorata del proprio lavoro. E continuerebbe a parlare all’infinito di caffè, latte, tecnica, segreti. «Presto – conclude – sarà un anno che lavoro al caffè Vittoria di Gorizia e ai miei clienti strappo quotidianamente un sorriso presentando loro cappuccini decorati da tulip, rosette, vortex, pesciolini, cigni e molto altro ancora.

Nel mio piccolo cerco di trasmettere loro un po’ di quella che è la mia passione. Il mio consiglio a tutti coloro che, come me, amano il mondo della caffetteria e del bar in generale è quello di non smettere mai di voler approfondire e conoscere perché fare un lavoro che ti appassiona è molto più gratificante e soddisfacente». Brava Giulia.

Francesco Fain

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