MILANO – Situata nel cuore del Meatpacking District, quartiere trendy della zona sud-ovest di Manhattan, la Starbucks Reserve Roastery di New York, che ha aperto i battenti lo scorso dicembre, è definita dalla stessa Starbucks come “un workshop e un palcoscenico, una finestra tridimensionale attraverso cui compiere un percorso di conoscenza del caffè. È un onore condividere con voi questa esperienza coinvolgente”.
Starbucks ha una lunga storia nella città della Grande Mela. Il primo negozio aprì a Broadway nel 1994. A venticinque anni di distanza sono ben 350 le caffetterie operanti nei cinque borough della metropoli. Danno lavoro a 5000 persone.
La nuova Reserve Roastery è il coronamento di questo percorso. Con una superficie di più di 2000 metri quadrati, essa comprende varie zone bar, un banco per acquistare i chicchi tostati, un’area dedicata alla panetteria e pasticceria Princi, il cocktail bar Arriviamo sul mezzanino.
E il cuore pulsante del progetto, la torrefazione, che interpreta al meglio l’estetica di uno spazio ben calato nel contesto del Meatpacking District. Con la sua attitudine industriale, l’abbondanza di rame e legno.
Dietro allo sviluppo del concept c’è Liz Muller
chief design officer e senior vice president di Starbucks, che si è avvalsa della collaborazione di artisti e designer di Brooklyn per cesellare i dettagli di un’operazione che vuole coinvolgere la città, e affascinarla.
Lo spazio, articolato su tre livelli, celebra in modo scenografico la liturgia del caffè, dal chicco alla tazzina. E non sono pochi gli accorgimenti funzionali per rendere vivibile un ambiente così ampio (e capiente).
Il soffitto a cassettoni, ispirato alla griglia di isolati di New York, per esempio, non è semplicemente una finezza estetica, ma un raffinato sistema fonoassorbente, per controllare l’acustica anche a pieno regime.
Ad accogliere i clienti sono centinaia di sedie in noce realizzate su misura da Bassamfellows, accompagnate da numerosi tavolini e da un caminetto a legna. I modelli di lampade sono in metallo piegato a mano da Studio Snowpuppe e Marc de Groot. Secondo Liz Muller “mobili belli con uno stile americano classico ma moderno, e anche robusti”.