MILANO – La cerimonia del tè è la nuova tendenza, a sorpresa, del catering nella settimana della moda milanese. La bevanda millenaria è diventata la protagonista degli eventi. Attenzione però: niente tazza. Nei rinfreschi il tè va servito in bicchieri di vetro trasparente senza stelo.
Da Valextra a Ferragamo, passando per Mercedes Benz e Frette Home. E prima ancora, Andrea Marras, Luisa Beccaria, COS. Sono solo alcuni dei brand che hanno scelto di coccolare i propri ospiti con un sorso di tè. I temporary tea bar sono la nuova tendenza del mondo catering. E fioriscono, proprio come una Camellia sinensis, durante gli eventi più glamour di Milano, in piena Fashion Week.
Una tazza di tè, ma solo se offerta in bicchieri di vetro trasparente senza stelo, è oggi il must have per stilisti, designer, architetti e scrittori che della bevanda apprezzano l’aroma unico, raffinato, in eterna evoluzione, così come il pensiero creativo.
Marchi di moda, dell’arte, saloni di bellezza, arredamento per la casa, vedono nel tè un modo per ingentilire l’offerta di un semplice rinfresco. Perché le parole “semplice” e “genuino” sono ormai il leitmotiv di molti catering, che siano per un press day (Sephora), una sfilata (Antonio Marras) o un evento (Elena Mirò).
Una tazza di tè ben preparata può essere tema di narrazione e cultura. Meglio ancora se accompagnata dai macaron o dai wagashi, i tipici dolcetti giapponesi. Ecco perché alla gente piace assistere – e partecipare – alla cerimonia del tè, un evento nell’evento. Senza contare che barman e chef sono i più incuriositi e spesso i primi ad accorgersi che da queste foglie possono nascere momenti interessanti.
Il tè è versatile, non ha limiti di tempo e dunque non si sbaglia mai, si sa sempre cosa offrire: a ogni ora del giorno una tazza di tè appaga i sensi, dalla mattina sino a notte fonda. Basta sostituire zucchero e latte con rhum e vodka. Si sposa con piatti salati o con preparazioni dolci. Si può gustare ghiacciato in estate o bollente in inverno. Non ci sono limiti alla creatività.
Pioniere in eventi gastro-chic è stata laRinascente Duomo, che ha investito molte risorse per organizzare, nella Food Hall del 7°piano, un ciclo di degustazioni animate dalle diverse cerimonie del tè secondo i riti di Giappone, Cina e Marocco. E non sono mancate occasioni durante lo scorso Salone del Mobile, come il tasting per la raffinata designer Odillia Prisco per il suo progetto Il 10 di Corso Venezia.
Porgere una tazza di tè è da sempre un gesto di benvenuto e crea relazioni. Basta andare in India per vedere thermos con il Tchay offerto in ogni dove, anche sui treni. Oppure in Marocco dove con facilità ci si ritrova con un bicchiere di tè verde alla menta tra le mani. In ogni negozio che si rispetti è abitudine venir accolti con un tè caldo.
In Cina potete trovare dei piccoli desk sulla strada in cui si vendono bicchieroni di Bubble Tea (il tè con latte e perle di tapioca dal sapore dolce come un milk shake) o tea to go, modello Starbucks.
Oggi in ogni esperienza, e a maggior ragione nel cibo, si cerca allegria, leggerezza e socialità. Cosa c’è di meglio di questo elisir di lunga vita, scoperto 5mila anni fa e oggi cosi cool?
Sono passati secoli da quando inglesi e portoghesi lo hanno regalato all’Europa, importando da Oriente foglie di Camellia e riti. Oggi è un piacere per tutti, una condivisione, un lusso. Ma accessibile.
Fonte: Leifoody.it