MILANO – Arabica in ripresa per buona parte della settimana trascorsa, con il contratto principale che torna a superare la soglia dei 120 cents. I prezzi della borsa newyorchese si sono ulteriormente risollevati in questo inizio di febbraio allontanandosi definitivamente dai minimi toccati a cavallo tra la seconda e la terza decade di gennaio.
Il contratto “C” ha aperto il mese al rialzo guadagnando 140 punti il 1° febbraio, in conseguenza delle ricoperture speculative e dell’indebolirsi del dollaro: chiusura a 117,75 cents per libbra.
Fattori tecnici, oltre alle preoccupazioni affioranti per un possibile calo produttivo colombiano (sino a 1 milione in meno) dovuto alla siccità, hanno contribuito al clima moderatamente bullish.
Lo short covering è proseguito nei giorni successivi sostenuto da fattori tecnici e dalla relativa debolezza del dollaro, che ha ridato fiato un po’ a tutto il settore delle commodity. Guadagnando 545 punti nelle tre sedute successive, il contratto per scadenza marzo ha toccato giovedì il massimo settimanale di 123,20 cents.
L’intensificarsi delle vendite – soprattutto dal Brasile, nell’imminenza delle festività del carnevale (i mercati saranno chiusi in Brasile lunedì e martedì) – hanno ridimensionato il trend nell’ultima giornata della settimana e il contratto principale è arretrato di 280 punti terminando a 120,40 cents, comunque in ripresa di 405 punti rispetto alla chiusura del venerdì precedente.
Rilevanti, ancora una volta, i volumi, che hanno superato i 59.000 lotti nell’ultima seduta della settimana.
Più debole la partenza di Londra, che ha perso marginalmente nella prima seduta della settimana scorsa, ma ha ampiamente recuperato nelle 3 giornate successive sino al massimo di 1.435 dollari per tonnellata sul contratto principale (marzo), raggiunto, anche in questo caso, giovedì.
La seduta di venerdì ha visto un parziale arretramento (-8 dollari), con un’analoga situazione prefestiva all’approssimarsi delle celebrazioni per il capodanno vietnamita.
In Brasile, le principali aree di produzione continuano a beneficiare di condizioni meteo favorevoli, con prevalenza di piogge. Fa eccezione il solo stato di Bahia, dove è previsto in questi giorni un volume di precipitazioni inferiore alle medie.
Nuove stime sulla produzione brasiliana 2016/17 sono state diffuse questa settimana dal settore privato e da istituzioni pubbliche. Terra Forte, uno dei più importanti esportatori brasiliani, prevede un raccolto da 54,169 milioni di sacchi, in crescita del 14,6% sul 2015/16.
Il volume produttivo degli arabica si incrementerà di oltre 9,3 milioni di sacchi (+29,1%) raggiungendo i 41,38 milioni. Subirà invece un calo del 16% la produzione dei robusta, che scenderà a 12,789 milioni di sacchi.
L’Istituto brasiliano di geografia e statistica – istituzione dipendente dal Ministero dello sviluppo economico – prevede nel suo ultimo report mensile un raccolto di 49,7 milioni di sacchi.
Una previsione più pessimistica rispetto a quella della prima ufficiale di Conab, che indica un range di 49,13 – 51,94 milioni di sacchi, per un valore medio di circa 50 milioni e mezzo di sacchi.
Il raccolto di arabica lieviterà del 15,7% (+12,8% la produttività) a 38,4 milioni di sacchi. In crescita, anche se molto più modestamente (+3,3%), pure il raccolto di robusta, che raggiungerà, secondo Ibge, un volume di 11,4 milioni di sacchi.
È importante sottolineare che quest’ultimo incremento verrà raggiunto a dispetto di una contrazione delle superfici del 15,7%, grazie a un miglioramento consistente della produttività per ettaro.