COMO – «Non può dirsi che una breve sosta per bere un caffè integri» un reato, anche perché «la pausa caffè è assolutamente tollerata dai contratti di lavoro e dalla giurisprudenza».
Finisce com’era inevitabile finisse la storia del presunto scandalo dei dipendenti comunali sorpresi a timbrare il cartellino e poi uscire per bere un caffè prima di iniziare a lavorare: con l’archiviazione di tutte le accuse.
E non, come aveva chiesto inizialmente la Procura, per particolare tenuità del fatto. Ma proprio perché quella condotta non costituisce alcun reato.
«Ratio della norma – ha scritto il giudice nel provvedimento – è potenziare i livelli di efficienza degli uffici pubblici e di contrastare i fenomeni di assenteismo» e «non può dirsi che una breve sosta per bere un caffè, peraltro pacificamente tollerata come momento di necessario ristoro e di recupero di energie lavorative, integri una interruzione del servizio idonea a influire sul rendimento del dipendente».
Insomma: niente reato.Causa chiusa. Accuse archiviate.