MILANO – I numeri di Starbucks fanno impressione: al 30 settembre il gruppo aveva 20.891 caffetterie in 62 Paesi, fra i quali 13.279 negli Stati Uniti, 1.324 in Canada, 989 in Giappone, 851 in Cina, 806 nel Regno Unito, 556 in Sud Corea, 377 in Messico, 291 in Taiwan, 206 nelle Filippine, 179 in Turchia, 171 in Tailandia, 167 in Germania.
L’Italia è assente per una forma di “rispetto” ma nelle mire di Schultz c’è da sempre uno sbarco nel Paese dove tutto è nato. I numeri dell’azienda sono comunque destinati a salire rapidamente alla luce delle acquisizioni che il gruppo sta effettuando a raffica, e delle diversificazione che sta intraprendendo.
Tra l’altro, Starbucks, è diventato ora un “active member” della World Cocoa Foundation. Il gruppo, che nacque come torrefazione a Seattle nel 1971 e conobbe la svolta decisiva nel 1983 quando avviò la creazione di una catena di caffetterie all’italiana, sta diversificandosi anche al di là dell’alimentare.
E’ stata infatti recentemente costituita la Starbucks Entertainment Division che a sua volta ha creato il marchio Hear Music: produce e “mixa” brani musicali che poi diffonde nei caffè (per ora solo quelli in terra americana), e ora ha avviato la vendita sempre nelle caffetterie di libri, musica, dischi. C’è anche la “Starbucks App” per pagarsi il caffè direttamente col telefonino.
Fonti: diverse