MILANO – Come influiranno l’arrivo di Starbucks nel Belpaese e, soprattutto, l’apertura della Roastery milanese sul mercato e la cultura del caffè specialty in Italia. Per rispondere a questa domanda, la rivista di settore STir. Che dedica all’evento un ampio servizio, ha voluto proporre il commento di due autorevoli addette ai lavori.
“Gli italiani sono socievoli per natura. La maggior parte dei nostri bar sono realtà piccole, per cui lo spazio a disposizione è spesso limitato. Si entra, si ordina un espresso e poi si corre a lavoro. E’ interessante avere una realtà come la Starbucks Roastery con lo spazio per poter offrire una vasta scelta di caffè e varie tipologie di estrazione. Assieme a spunti di riflessione e informazioni sulla produzione e lavorazione del caffè” osserva Theresa Sandalj di Sandalj Trading Company.
Entusiasti dell’idea
“Noi alla Sandalj siamo entusiasti” prosegue Sandalj.
“Tanto maggiore è la varietà a disposizione del consumatore, tanto più si diffonderà la curiosità necessaria per creare una cultura del caffè, dalla produzione al consumo. Una realtà come Starbucks Roastery può sicuramente avere successo in una grande città come Milano: gli aspetti che la rendono cosmopolita e internazionale, come il turismo, fanno sì che dei prezzi leggermente più alti non limitino la domanda del prodotto.” conclude Theresa Sandalj.
Un’iniziativa di grande rilevanza mediatica
La coordinatrice di Sca Italy Cristina Caroli definisce la Roastery: “Un colossale investimento, un’iniziativa di grande rilevanza mediatica che punta i riflettori sul mondo del caffè. A mio giudizio essa costituisce un fatto positivo.
L’Italia ha bisogno di uno shock forte per capire l’enorme potenziale che ha il mondo dello specialty. Mi auguro che questa iniziativa susciti la curiosità dei consumatori per un posto incredibile. Ma contribuisca anche farli venire a contatto con le diverse origini e i metodi di preparazione svelando la grande artigianalità e la bellezza del concetto specialty ad alto livello”.
Ma Caroli si dichiara anche convinta che la maggioranza degli italiani continuerà a frequentare il bar tradizionale quale “luogo di aggregazione al quale sono affezionati” e che Starbucks rimarrà una curiosità.
“Per quelli che invece sono alla ricerca di un’esperienza di lusso, questa è la proposta che aspettavano”.